“Il Sindaco del rione Sanità” al teatro Argentina dal 17 al 29 aprile

Martone incontra Eduardo ne “Il Sindaco del rione Sanità” in una sua personalissima rivisitazione che inizialmente lascia perplessa la platea se si rievoca la commedia del grande drammaturgo napoletano, o quella più recente, crepuscolare e raffinata di Eros Pagni ma rapidamente, grazie ad una buona regia e ad un cast di attori di alto livello, si è catturati da un clima forte, passionale, amaro ed umano, dove il contrasto tra il bene ed il male si colloca in una Napoli moderna, attuale, sfacciata, criminale e camorrista.

Il boss Antonio Barracano non è il settantenne deluso dalla vita ma un 40enne in felpa e cappuccio. Un uomo sanguigno tale da essere collerico; un giovane palestrato, tonico, sano al centro della criminalità napoletana del rione Sanità, considerato “uomo d’onore”, al quale si rivolgono coloro che non hanno “santi in paradiso”, come scrive Eduardo. Un uomo capace anche di tenerezza, amore e giustizia, un uomo retto, a suo modo, secondo una propria logica malavitosa.

Un giovane padre affettuoso ed un marito innamorato. Un uomo che profondamente e visceralmente ama la sua famiglia, e proprio per risolvere una contesa familiare, morirà. E’ per l’infinito amore per la famiglia che, ferito, rifiuterà di farsi accompagnare in ospedale.

Una rilettura molto incisiva, efficace e certamente audace di Mario Martone che accantona l’eleganza eduardiana, senza dimenticarne il testo ed i suoi significati, per calare la vicenda in una Napoli infernale ma comunque piena di energia ed umanità.

Un effetto iniziale quasi fastidioso se si pensa alla commedia eduardiana ma bisogna metterla da parte per lasciarsi coinvolgere ed apprezzare un’opera così complessa ed ancora oggi così attuale, in grado di parlare delle tensioni e contraddizioni che attraversano la società. Ed è proprio qui il felice connubio tra Martone ed Eduardo.

I miei complimenti a Mario Martone.