Brigitte e Emmanuel – di Simona Fasulo Pieri

La sdraio

Ventiquattro anni. Quando Emmanuel nasce Brigitte ha quell’età. Probabilmente è già laureata, ha già un figlio e ne avrà altri due, dal medico coetaneo con cui è sposata.

Non lo conosce subito, lo incontra a scuola diversi anni dopo, quindici per l’esattezza. Lei a quel tempo ha l’età che ha lui adesso, 39 anni. Lui se ne innamora perdutamente, come potrebbe essere altrimenti? È una donna bella, affascinante e ha un carisma particolare, tutti i suoi allievi (lui è uno di loro) la adorano. Lei lo guarda come guarda tutti gli altri: con l’interesse che una professoressa in gamba, aperta, piena di idee ha per i propri studenti, e scopre che lui è molto intelligente, più degli altri. E forse allora, o un po’ più tardi, incomincia a guardarlo con occhi diversi.

Comincia così questa storia. Che immagino abbia comportato molte gioie e anche problemi,  strappi, dolori, dubbi e incomprensioni. Una storia come un’altra, con risultati migliori di altri pare, vista la durata.

Ora, se abbiamo bisogno di trovare il pelo nell’uovo in un neo presidente della Repubblica, cerchiamolo con attenzione altrove, non nella sua vita privata. Se lo troviamo solo lì è una gran fortuna, vuol dire che Emmanuel è onesto.

Se poi consideriamo la differenza d’età in una coppia un neo, un pelo nell’uovo appunto, allora spostiamo la nostra attenzione su noi stessi e chiediamoci: quanto il pregiudizio influisce e regola le mie azioni, i miei pensieri e le mie scelte? Se poi pensiamo che non c’è niente di sconvolgente che in una coppia l’uomo sia più vecchio  (Trump ha 24 anni più di Melanie, ma non è stata una delle notizie più “calde” durante le presidenziali americane) , e invece quello che non quadra, è che sia la donna più vecchia dell’uomo (già chiamano Brigitte “mammina” e mormorano dubbi sulle vere tendenze sessuali di Emmanuel), allora chiediamoci quanto influisce su di noi il pregiudizio sulle donne (che per essere fidanzate e spose devono essere giovani, belle, magre, truccate, coi tacchi, etc etc etc), e il pregiudizio sugli uomini (che devono essere … che devono essere… come devono essere gli uomini per poterli sposare? Ah sì, ricchi! Poi se sono anche panciuti, vecchi, calvi, che importa?).

A quante assurde regole dobbiamo ancora sottostare per poter vivere secondo una convenzione sociale sorpassata? Riflettiamoci con serenità, magari faremo scoperte interessanti, capaci di cambiarci la vita in meglio.  🙂