La Traviata a modo mio – 4a ed ultima puntata di Alessandra Sistopaoli

 

Mi sento male, la salute è peggiorata… tossisco sangue e non riesco a respirare. Da quando ho lasciato Alfredo, mi sono trasferita in un piccolo appartamento. Ho venduto tutto, non ho più un centesimo, ma tanto, a che serve ormai? Con Alfredo se ne è andata anche la voglia di vivere… Il dottor Grenvil viene a visitarmi tutti i giorni e mi incoraggia: dice che la convalescenza non è lontana, ma io lo so che i medici mentono su certe cose… chissà se la speranza aiuta a guarire? Annina mi è rimasta fedele, nonostante non la possa più pagare. I grandi amici delle feste sono spariti tutti, ma non avevo dubbi in proposito! Ho cercato il conforto di un sacerdote, mi ha fatto sentire meglio…

 

VIOLETTA Annina? ANNINA Comandate? VIOLETTA Dormivi, poveretta? ANNINA Sì, perdonate. VIOLETTA Dammi d’acqua un sorso. Osserva, è pieno il giorno? ANNINA Son sett’ore. VIOLETTA Da’  accesso a un po’ di luce ANNINA Il signor di Grenvil! VIOLETTA Oh, il vero amico! Alzar mi vo’ m’aita.

VIOLETTA Quanta bontà! Pensaste a me per tempo! DOTTORE Or, come vi sentite? VIOLETTA Soffre il mio corpo, ma tranquilla ho l’alma. Mi confortò iersera un pio ministro. Religione è sollievo a’ sofferenti. DOTTORE E questa notte? VIOLETTA Ebbi tranquillo il sonno. DOTTORE Coraggio adunque la convalescenza Non è lontana VIOLETTA Oh, la bugia pietosa a’ medici è concessa! DOTTORE Addio, a più tardi. VIOLETTA Non mi scordate. ANNINA Come va, signore? DOTTORE La tisi non le accorda che poche ore.

ANNINA Or fate cor. VIOLETTA Giorno di festa è questo? ANNINA Tutta Parigi impazza, è carnevale VIOLETTA Ah, nel comun tripudio, sallo il cielo quanti infelici soffron! Quale somma V’ha in quello stipo? ANNINA Venti luigi. VIOLETTA Dieci ne reca ai poveri tu stessa. ANNINA Poco rimanvi allora VIOLETTA Oh, mi sarà  bastante; cerca poscia mie lettere. ANNINA Ma voi? VIOLETTA Nulla occorrà,  sollecita, se puoi

Giorni fa ho ricevuto una lettera da Germont: mi scrive di aver raccontato egli stesso ad Alfredo il mio sacrificio, è pentito, ha capito solo adesso il male che ha fatto. Mi racconta che Alfredo si è battuto a duello con il barone Douphol e che lo ha ferito; poi è scappato all’estero. Certo, si cerca di fuggire da ciò che ci fa male, ma spesso non serve… mi dice che ora sta tornando per implorare il mio perdono… ma non arriva mai! E poi, di quale perdono ha bisogno, se sono stata io ad averlo ferito così crudelmente? Ed ora.. E’ TARDI!

Addio, bei sogni del passato, sono stanca ormai… Alfredo mi manca, mi manca il suo conforto, la sua presenza premurosa… niente ha più senso per questa povera puttana; accoglila, Padre nel tuo cielo! La tomba ci rende tutti uguali… è finito tutto.

Fuori impazza il carnevale, la gente festeggia. E’ incredibile come con tanta allegria in strada, poco lontano regni la più indicibile sofferenza! Ho chiesto ad Annina di dare la metà  di quanto mi resta ai poveri, forse questo mi aiuterà  a non andare all’inferno…

Largo al quadrupede Sir della festa, Di fiori e pampini Cinto la testa Largo al più docile D’ogni cornuto, Di corni e pifferi Abbia il saluto. Parigini, date passo Al trionfo del Bue grasso!

L’Asia, né l’Africa Vide il più bello, Vanto ed orgoglio D’ogni macello Allegre maschere, Pazzi garzoni, Tutti plauditelo Con canti e suoni! Parigini, date passo Al trionfo del Bue grasso!

All’improvviso, entra Annina e mi chiede tutta agitata se mi sento meglio. Capisco immediatamente: ALFREDO E’ QUI! Lei non vuole che mi agiti, ma io non vedo l’ora di abbracciarlo!

Eccoti, amore mio! Pallido, sofferente, eppure felice! La gioia mi soffoca, non riesco a parlare! Ti stringo stretto, ma non ho forze… voglio vestirmi, dobbiamo uscire, non voglio che tu mi veda così… ma non ce la faccio!

Mi sussurri che lasceremo subito Parigi, che vivremo per sempre insieme, che guarirò e che saremo felici… E io ci voglio credere. Certo che, se mi hai ritrovato viva, di sicuro il dolore non può uccidere…

ANNINA
Signora!
VIOLETTA
Che t’accade?
ANNINA
Quest’oggi, è vero?
Vi sentite meglio?
VIOLETTA
Sì, perché?
ANNINA
D’esser calma promettete?
VIOLETTA
Sì, che vuoi dirmi?
ANNINA
Prevenir vi volli
Una gioia improvvisa
VIOLETTA
Una gioia! dicesti?
ANNINA
Sì, o signora
VIOLETTA
Alfredo!
Ah, tu il vedesti? ei vien! l’affretta .
VIOLETTA
Alfredo!
Amato Alfredo!
ALFREDO
Mia Violetta!
Colpevol sono…
so tutto, o cara.
VIOLETTA
Io so che alfine reso mi sei!
ALFREDO
Da questo palpito s’io t’ami impara,
Senza te esistere più non potrei.
VIOLETTA
Ah, s’anco in vita m’hai ritrovata,
Credi che uccidere non può il dolor.
ALFREDO
Scorda l’affanno, donna adorata,
A me perdona e al genitor.
VIOLETTA
Ch’io ti perdoni? la rea son io:
Ma solo amore tal mi rendé…
A DUE
Null’uomo o demone, angelo mio,
Mai più staccarti potrà  da me.
Parigi, o cara/o noi lasceremo,
La vita uniti trascorreremo:
De’ corsi affanni compenso avrai,
La mia/tua salute rifiorirà .
Sospiro e luce tu mi sarai,
Tutto il futuro ne arriderà .

 Faccio per vestirmi, ma le gambe cedono, non ce la faccio! Mando a chiamare il dottor Grenvil: lo supplico di farmi guarire, Alfredo è tornato, adesso voglio vivere, adesso voglio davvero vivere, DEVE poter fare qualcosa! Ma se Alfredo, con il suo ritorno, non mi ha salvato, nessuno potrà  più far niente per me…

VIOLETTA
Ah, non più, a un tempio
Alfredo, andiamo,
Del tuo ritorno grazie rendiamo
ALFREDO
Tu impallidisci
VIOLETTA
E’ nulla, sai!
Gioia improvvisa non entra mai
Senza turbarlo in mesto core
ALFREDO
Gran Dio! Violetta!
VIOLETTA
E’ il mio malore
Fu debolezza!
ora son forte
Vedi? sorrido
ALFREDO
Ahi, cruda sorte!
VIOLETTA
Fu nulla! Annina, dammi a vestire.
ALFREDO
Adesso? Attendi
VIOLETTA
No, voglio uscire.
Gran Dio! non posso!
ALFREDO
Cielo! che vedo!
Va’ pel dottor
VIOLETTA
Digli che Alfredo
è ritornato all’amor mio
Digli che vivere ancor vogl’io
Ma se tornando non m’hai salvato,
A niuno in terra salvarmi è dato.Gran Dio! morir sì giovane,
Io che ho penato ho tanto!
Morir sì presso a tergere
Il mio sì lungo pianto!
Ah, dunque fu delirio
La cruda mia speranza;
Invano di costanza
Armato avrò il mio cor!
Alfredo! oh, il crudo termine
Serbato al nostro amor!
ALFREDO
Oh mio sospiro, oh palpito,
Diletto del cor mio!
Le mie colle tue lagrime
Confondere degg’io
Ma più che mai, deh, credilo,
M’è d’uopo di costanza,
Ah! tutto alla speranza
Non chiudere il tuo cor.
Violetta mia, deh, calmati,
M’uccide il tuo dolor.
Entra anche Germont, per abbracciarmi come una figlia, esaudendo il desiderio che avevo espresso mesi fa… ma mi sembra un’altra vita.

Lo vedete, Grenvil? Muoio tra le braccia di chi ho più caro al mondo!

GERMONT
Ah, Violetta!
VIOLETTA
Voi, Signor!
ALFREDO
Mio padre!
VIOLETTA
Non mi scordaste?
GERMONT
La promessa adempio
A stringervi qual figlia vengo al seno,
O generosa
VIOLETTA
Ahimé, tardi giungeste!
Pure, grata ven sono
Grenvil, vedete? tra le braccia io spiro
Di quanti ho cari al mondo
GERMONT
Che mai dite!
Oh cielo, è ver!
ALFREDO
La vedi, padre mio?
GERMONT
Di più non lacerarmi
Troppo rimorso l’alma mi divora
Quasi fulmin m’atterra ogni suo detto
Oh, malcauto vegliardo!
Ah, tutto il mal ch’io feci ora sol vedo!

Tiro fuori da un cassetto un mio piccolo ritratto: com’ero bella! Lo do ad Alfredo: prendilo, amore mio, ricordati di me quando non ci sarò più. E se incontrerai una ragazza, bella e pura come tua sorella, sposala, lo voglio. E dille che in cielo, tra gli angeli, qualcuno veglia e prega per voi.

Ma ecco, mi sento meglio… scompaiono tutti i dolori! Torno a vivere?

All’improvviso…  BUIO E SILENZIO.

VIOLETTA
Prendi: quest’è l’immagine
De’ miei passati giorni;
A rammentar ti torni
Colei che sì t’amò.
Se una pudica vergine
Degli anni suoi nel fiore
A te donasse il core
Sposa ti sia lo vo’.
Le porgi questa effigie:
Dille che dono ell’è
Di chi nel ciel tra gli angeli
Prega per lei, per te.
ALFREDO
No, non morrai, non dirmelo…
Dei viver, amor mio
A strazio sì terribile
Qui non mi trasse Iddio
Sì presto, ah no, dividerti
Morte non può da me.
Ah, vivi, o un solo feretro
M’accoglierà con te.
GERMONT
Cara, sublime vittima
D’un disperato amore,
Perdonami lo strazio
Recato al tuo bel core.
GERMONT, DOTTORE, ANNINA
Finché avrà  il ciglio lacrime
Io piangerò per te
Vola a’  beati spiriti;
Iddio ti chiama a sé.
VIOLETTA
E’ strano!
TUTTI
Che!
VIOLETTA
Cessarono
Gli spasmi del dolore.
In me rinasce m’agita
Insolito vigore!
Ah! io ritorno a vivere
Oh gioia!
TUTTI
O cielo! muor!
ALFREDO
Violetta!
ANNINA, GERMONT
Oh Dio, soccorrasi…
DOTTORE
E’ spenta!
TUTTI
Oh mio dolor!