ELISABETH, FIRENZE E IL CIMITERO DEGLI INGLESI

“I love your verses with all my heart, dear miss Barrett”.
E’ il 10 gennaio del 1845, Elizabeth Barrett riceve la prima lettera dal poeta Robert Browning. Sarà l’inizio del loro amore, di una fitta corrispondenza e di saltuari, ma appassionati incontri. Evidenti saranno i dubbi e le paure di lei, tanto che in un primo momento rifiuterà la proposta di matrimonio di Robert. Elizabeth ha problemi di salute e vive sotto il rigido controllo del padre che non permette a nessuno dei suoi figli di sposarsi e di allontanarsi dalla famiglia.
Alla fine con un inatteso slancio di ribellione decide di fuggire.
Il 12 settembre 1846 Elisabeth e Robert si sposeranno. Lei ha 40 anni, lui 34. Andranno a vivere a Firenze, città da entrambi molto amata, e avranno un figlio.
Testimoni di quell’anno e mezzo di scambi epistolari sono i 44 sonetti che Elisabeth dedica a Robert, pubblicati nel 1850 col titolo Sonnets from Portuguese, la più bella delle sue raccolte.

Come ti amo? – Come ti amo?

Lascia che ti dica modi.

Ti amo fino agli estremi di profondità,
di altura e di estensione che l’anima mia
può raggiungere, quando al di là del corporeo
tocco i confini dell’Essere e della Grazia Ideale.

Ti amo entro la sfera delle necessità quotidiane,
alla luce del giorno e al lume di candela.

Ti amo liberamente,
come gli uomini che lottano per la Giustizia.

Ti amo con la stessa purezza con cui essi
rifuggono dalla lode.

Ti amo con la passione delle trascorse sofferenze
e quella che fanciulla mettevo nella fede.

Ti amo con quell’amore che credevo aver smarrito
coi miei santi perduti.
Ti amo col respiro, i sorrisi, le lacrime dell’intera mia vita!
e, se Dio vuole,
ancor meglio t’amerò dopo la morte.

La raccolta è uno struggente canzoniere d’amore nel quale l’io poetico si manifesta in versi pieni di musicalità, di immagini, di similitudini e di metafore.

Ancora accorre a te il mio cuore, non
come a un bene, ma al bene più grande.
Con la tua mano sentilo e dirai: non
correrebbe un bimbo come questo sangue.

In questa opera Elizabeth rivela non solo il suo animo passionale, ma anche un proprio universo che vorrebbe rivendicare al mondo: i sogni, le passioni, il desiderio di affermazione, il diritto ad amare e a essere amata.

Oh, mie paure, tutto
questo è ingiusto. Non siamo pari
per diventare amanti. Lo so, e ne soffro.

Elisabeth muore all’età di 55 anni, il 29 giugno 1861, anno dell’unità d’Italia da lei fortemente sostenuta. Viene sepolta nel Cimitero degli Inglesi di Firenze. Il suo monumento funebre è progettato da Frederic Leighton che lo decora con l’immagine di una lira, simbolo della poesia, su cui poggiano le catene spezzate, simbolo di liberazione dalla schiavitù. E’ un cimitero che mantiene negli anni la stessa atmosfera onirica e suggestiva che ha ispirato il pittore svizzero Arnold Böcklin per il suo quadro “L’isola dei morti”. E’ il simbolo di un ‘800 anticonformista. E’ qui che sono sepolti artisti e filosofi insieme a schiavi e domestici.
La poetessa Emily Dickinson rimane colpita da una foto della tomba della Barrett Browning e scrive la poesia L’anima si sceglie il proprio compagno.
Elisabeth ha scelto il suo compagno nella vita e i suoi compagni nel lungo sonno.

La tomba di Elizabeth Barrett Browning