De andré principe libero

200 minuti senza intervallo, seduti al buio in tanti in una sala romana, una delle poche allestite per la visione – solo qualche giorno – di questo che in realtà è una miniserie in due puntate per la televisione, un film su Fabrizio De André. Atteso, quasi reclamato dai suoi numerosissimi fan e da chi l’ha amato veramente. A interpretare il cantautore genovese, poeta appassionato, tormentato, profondo e alcolizzato, c’è l’attore del momento, Luca Marinelli, che è come sempre bravissimo. Lo guardi sullo schermo e vedi Fabrizio, col ciuffo davanti agli occhi, lo sguardo intelligente, le spalle larghe e la chitarra imbracciata quasi a difendersi e a raccontare di sé, dei caruggi genovesi, della gente del popolo, delle prostitute e dei marinai.
Il film ci narra di De André bambino, secondogenito ribelle di una famiglia colta e borghese, che dà filo da torcere ai genitori e al fratello maggiore e passa la sua giovinezza tra puttane e amici goliardici, come Paolo Villaggio, suo sodale da sempre, che, come ci raccontano gli sceneggiatori, rappresenta qui – nella magistrale interpretazione di Gianluca Gobbi – anche tanti altri amici del tempo. Così come Matteo Martari, che è Luigi Tenco nel film, fa sì la parte del cantautore suicida ma incarna anche gli altri artisti della scuola genovese, perché nominarli tutti sarebbe stato impossibile, persino in due lunghe puntate televisive.
Il film è godibilissimo, ma resta la sensazione di aver visto solo una minima parte del musicista, dell’uomo, del combattente. Come se si fosse deciso di curarne l’aspetto più romantico, quello legato all’amore, alla famiglia, ai due figli e alle due mogli, ai genitori, al fratello e si fossero volutamente messe da parte le motivazioni profonde del tormento dell’artista, tormento rappresentato qui dalla presenza dell’alcol come compagno costante di vita. Un poeta da antologia, De André, che ha parlato di guerra, d’amore, di religione, di Gesù Cristo e della Madonna, delle puttane e della morte senza reticenze, senza veli, donando la sua profonda cultura e la sua anima a tutti. Personalmente avrei voluto capire di più l’artista, l’ambiente, il momento storico, invece resta sullo sfondo la sua complessità. E anche delle sue magnifiche canzoni sentiamo poco, alcune cantate dall’autore, altre invece direttamente da Marinelli, che anche lì supera se stesso, e lo scambiamo per il De André vero, e lo amiamo anche per quello che non è.
Fabrizio De André è un personaggio complesso che è difficile spiegare e forse ci vorrà qualche puntata in più, un altro film insomma, per scandagliare meglio la sua grandezza.

FABRIZIO DE ANDRE’ PRINCIPE LIBERO
DATA USCITA: 23 gennaio 2018
GENERE: Biografico
ANNO: 2018
SCENEGGIATURA: Giordano Meacci, Francesca Serafini
REGIA: Luca Facchini
ATTORI: Luca Marinelli, Valentina Bellè, Elena Radonicich, Davide Iacopini, Gianluca Gobbi, Ennio Fantastichini
PAESE: Italia
DURATA: 200 Min
DISTRIBUZIONE: Nexo Digital