“Woody non te lo meriti” il Maccartismo in America first vive ancora…

La sdraio

A rainy day in New York l’ultimo film di Allen forse non lo vedremo mai in sala.
#MeToo simbolo delle porcherie di Weinstein sta cambiando il politically correct dello star sistem hollywoodiano e non solo.
Amazon che doveva distribuire il film sembra non abbia intenzione di procedere nell’impegno e parallelamente molti attori che in passato hanno partecipato ai film di Allen ora ne stanno prendendo le distanze.
Perchè ora, perchè solo adesso visto che le motivazioni sono la sua relazione con Soon Yi Previn, la figlia adottiva dell’allora compagna Mia Farrow, 36 anni più giovane, che poi Woody Allen ha sposato. E ne sono passati altrettanti dalla denuncia di un’altra figlia adottiva dell’attrice, quella Dylan che da decenni racconta di essere stata fisicamente molestata dal patrigno mentre a sette anni giocava con un trenino.
Quelle molestie sono sempre state smentite da Woody: « Fantasie che le mise in testa Mia Farrow, furiosa per la mia relazione con Soon Yi già smontate dalla magistratura ».
Non sappiamo quanto siano vere ne entriamo nel merito delle coscienze degli “attori” del caso e per questo ci penserà la giustizia americana a fare chiarezza ove non sia già stata fatta.
Noi qui ci limitiamo a osservare che Hollywood si prepara a riservare al regista lo stesso trattamento già usato verso Weinstein, verso James Toback, verso Kevin Spacey: l’ostracismo e la messa al bando.
A pentirsi sono Rebecca Hall star di Vicky Cristina Barcelona, Selena Gomez e Timothée Chalamet, fresco di nomina agli Oscar per il suo ruolo in Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, Mira Sorvino, Chloe Sevigny e ultimo perfino Colin Firth che ha dichiarato: « Non lavorerò più con lui ». Unica voce fuori dal coro è rimasta l’attrice Cherry Jones, anche lei protagonista del film che forse non vedremo mai.
Mi viene spontaneo chiedere ai nostri lettori se è giusto unire il nome di Allen ai sopracitati.
Altra domanda che poniamo ai lettori è questa: che ha a che fare l’America che celebra e candida agli Oscar il film di Guadagnino dove un 24enne gay seduce un giovane 17enne (Timothée Chalamet) e ne mostra tutti i passaggi, film inno alla tolleranza verso tutte le forme d’amore con l’America che condanna senza dubbi chi questo amore tenta di viverlo?