The Pink Floyd Exhibition al MACRO

[themoneytizer id=”27378-19″]

 

Oi ndemo veder i Pin Floi” cantavano felici i Pitura Freska, in occasione del mitico concerto dei Pink Floyd a Venezia nel 1989. E la visita alla mostra “The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains” risponde bene alle aspettative positive che si hanno verso tutto ciò che riguarda la monumentale band inglese .

L’ esposizione ha avuto grande successo al Victoria and Albert Museum di Londra  ed  è visibile oggi al Macro di Via Nizza 138 , a Roma,  fino al primo luglio 2018.  La retrospettiva scandaglia 50 anni di carriera del gruppo inglese, iniziata  tra Cambridge e la meravigliosa Londra dei primi anni 60. Il fan non potrà non essere piacevolmente  coinvolto di fronte ai ricordi degli esordi e dei i locali londinesi dove la psichedelìa si esibiva live  con improvvisazioni ,  atmosfere e luci già innovative.  L’esposizione e segue l’evoluzione artistica di questi giovani architetti mancati e racconta  come sapranno parlare un linguaggio che integra musica, design, avanguardia ed elettronica. Saranno gli architetti di nuovi spazi scenici e musicali, allargando le frontiere della comunicazione.

Il percorso è svelato durante la mostra con grande attenzione a tutta la creatività e simbologia che permea la produzione “floydiana”, attraverso le storiche copertine degli LP, le collaborazioni con il cinema, le innovative scenografie e giochi di luce che caratterizzarono i concerti live. E’ una produzione artistica che si avvale di numerose e preziose collaborazioni con grafici, architetti, tecnici, ingegneri e creativi, come proprio l’ideatore della mostra Storm Thorgerson o l’illustratore satirico Gerald Scarfe e tanti altri, che intervengono durante l’esposizione con ricordi personali e testimonianze artistiche.

Davanti ad un materiale così variegato, fatto di video, musica, interviste, oggetti e tanto altro (circa 350 elementi) l’esibizione  utilizza al meglio il supporto audio, come raramente purtroppo si usa in Italia. La musica e l’audio cambiano con l’avvicinarsi ad una diversa sorgente sonora, come un video o un oggetto. E si è quindi subito immersi in un racconto che è anche una coinvolgente esperienza emozionale.

Alla fine, forse,  a risultare un  po’ in ombra  durante le due ore di visita  alla “The Pink Floyd Exhibition:” è proprio la musica, che d’altronde sarebbe impossibile analizzare e comprimere o esibire in una mostra.  E quindi risulta ancora più ben riuscita  una esibizione che non vive  tanto dell’ arte dell’oggetto esibito, come un quadro ad esempio, ma del racconto di tutte quelle onde concentriche scatenate dall’urto della musica sulla superficie culturale moderna.  Il prezzo del biglietto, 18 euro, è certamente  poco “appealing” , ma l’esperienza è forte e la curiosità soddisfatta.