LORO 1

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Uno: Veronica, dolente, dice a Silvio “Hai avuto a disposizione tante televisioni e non hai mai fatto un programma culturale”. E lui si ribella: “Ma come! C’era Mike Bongiorno!” Alla replica della moglie “Ma quelli erano quiz!” lui, innocente risponde: “Erano domande di cultura generale!”
Due: Silvio spiega al nipotino come si possa abilmente ribaltare la realtà fingendosi sicuri di sé e difendendo a spada tratta la propria versione (e trattandosi di una cacca pestata dal nonno, che il nonno dichiara zolla di terra, la metafora è lampante).
Questi due sono i passaggi più interessanti di Loro 1, l’ultima opera di Paolo Sorrentino, la penultima bisognerebbe forse dire, visto che uscirà nelle sale una seconda parte del film il 10 maggio. I passaggi che riassumono la filosofia di Silvio e del suo impero.
Sospetto dei film di Sorrentino. Me ne sono piaciuti diversi dell’inizio della sua carriera di regista, li ho considerati molto belli e innovativi e profondi (L’uomo in più, Le conseguenze dell’amore…). Poi c’è stata la svolta barocca, che l’ha portato all’Oscar, con La grande bellezza, un film con alcune qualità e certi difetti che permangono nelle produzioni seguenti, in Youth (La giovinezza), nella serie TV The young Pope e in questo Loro 1.
La chiamo la svolta barocca, ma potrei chiamare il regista visionario, esteta, o provare a citare come hanno fatto molti, il Fellini che alberga in lui. A me invece il suo cinema sembra senza ispirazione e piuttosto un’operazione pubblicitaria, costruita a tavolino con sagacia e intelligenza, con un bello studio a priori di marketing, di psicologia sociale e una buona conoscenza tecnica. Non ci sento l’anima, non ravviso l’artista. Ma sbaglierò di sicuro, visto che anche questa prima puntata di Loro sbancherà al botteghino.
Però allungare il brodo della narrazione, raccontandoci una storia che purtroppo conosciamo molto bene, anche se con qualche nome e qualche fatto cambiati e mascherando il sodale Toni Servillo nell’ex presidente del consiglio (ed era già stato Andreotti ne Il Divo), non mi sembra rispettoso verso un pubblico attento, a meno che Loro 2 non ci riservi sorprese sostanziose e sostanziali.
Intendo dire che metà di questa prima parte poteva essere tagliata e forse si poteva aspirare a pagare un solo biglietto per vedere un’opera intera e non a puntate.
Inoltre non so bene a chi giovi rinnovellare tristi questioni sessuo-politiche, forse agli americani o agli stranieri in genere che non sanno di Berlusconi tutti i dettagli che conosciamo noi italiani, governati per anni da un barzellettiere simpatico con un po’ di dipendenze psichiche, attorniato da una corte mostruosa di nani e ballerine, tutti con una sola cosa in testa, anzi tre: il potere, la cocaina e il sesso. Un’immagine del nostro paese deprimente. Vecchi disgustosi (Fabrizio Bentivoglio perfetto nei panni dell’onorevole Santino, forse Bondi?) che seguono solo l’antico adagio che recita Tira più un pelo di f… che cento carri di buoi. Ragazze di tutte le età disposte a prostituirsi per un tiro di coca e lenoni sentimentali e bellocci (Riccardo Scamarcio in una bella interpretazione di Sergio Morra (Tarantini?). Un’umanità perduta, soprattutto deprimente.
Così deprimente che alla fine i più adottabili risultano lui, Silvio, che appare al trentesimo minuto di film vestito da odalisca, e almeno è riconoscibile nella sua filosofia semplice delle tre s soldi sesso e simpatia, e la moglie Veronica, che legge Saramago e tenta di insegnare al nipotino qualcosa di diverso da quel che gli insegna il nonno.
Forse agli italiani serve un richiamino su quel che è stato il governo Berlusconi, la Repubblica delle banane, o forse no.
Si esce dal cinema con la sensazione che dietro questo insistere su curve e anfratti mentali e fisici ci sia lo stesso difetto di fabbrica delle dipendenze del Cavaliere, perché questa è la testa di molti uomini di potere, di spettacolo, di apparato. Le lunghissime sequenze incantate sulle pecore e l’insistenza sui dettagli delle ragazze che ballano o che sniffano coca a tutto spiano, o sui seni, i sederi, le pance e i coiti più o meno interrotti sono in eccesso.
Ripeto: se si tentasse una versione più misurata per ridurre Loro 1 e Loro 2 a un solo Loro, per il bene di tutti? O, sospetto velenoso e doloroso, se quel Loro 1 e 2 diventassero un solo film dal titolo Noi?

LORO 1
di Paolo Sorrentino e Umberto Contarello
Regia di Paolo Sorrentino.
Con Toni Servillo, Elena Sofia Ricci, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Euridice Axen.
Italia, 2018, durata 104 minuti.
Uscita cinema martedì 24 aprile 2018 distribuito da Universal Pictures.