
Recensione di Fabia Curotti
Candidato agli Oscar e ai Golden Globe 2018 come miglior film straniero e vincitore del premio della giuria a Cannes, Cafarnao narra la storia del dodicenne Zain che, in una Beirut completamente degradata, intenta causa ai genitori per averlo messo al mondo. L’età (12 anni) è solo presunta, in quanto né i bambini che appaiono in questo film né i loro genitori possiedono un documento di riconoscimento, vivono quindi ai margini della società, senza poter reclamare i loro diritti. Più che un mondo caotico (al quale il titolo fa riferimento) è un vero e proprio mondo infernale quello in cui i personaggi del film si muovono, essenzialmente i bambini tenuti tra le braccia fintantoché lattanti ma abbandonati per strada non appena in grado di muovere i primi passi e le bambine, vendute per qualche gallina prima che la pubertà sia terminata. La forte e coraggiosa regista (che nel film interpreta la parte dell’avvocato del ragazzo) ha voluto dar voce a quell’esercito invisibile di bambini che non vanno a scuola, vivono sulla strada, vengono maltrattati, dimenticati, abusati. L’impressione che si ha, al termine del film uscendo dalla sala, è che il grido del giovane interprete, oltre che ai propri genitori, sia rivolto a noi tutti e che per questo, in un eventuale processo, dovremmo sedere al banco degli imputati.
DATA USCITA:
GENERE: Drammatico
ANNO: 2018
REGIA: Nadine Labaki
ATTORI: Nadine Labaki, Zain Alrafeea
PAESE: Libano, Francia, USA
DURATA: 123 Min
DISTRIBUZIONE: Lucky Red