W l’Oulipo!

Uno dei miei grandi amori letterari, da giovanissima, è stato Raymond Queneau. Cito a caso alcuni titoli: Zazie nel metro, Icaro involato, Esercizi di stile, per anni tra i miei libri preferiti, collocati nel filone passione, forse perché mi permettevano di lavorare di più con l’emisfero cerebrale sinistro, quello dedito alla logica e alla matematica, e di farlo lavorare insieme con quello della creatività e della fantasia.

Raymond Queneau (1903-1976) è il fondatore con François Le Lyonnaise, dell’OULIPO (acronimo dal francese OUvroir de LIttérature POtentielle, ovvero “Officina di Letteratura Potenziale”) . A seguirlo, in questo esperimento strepitoso che prese vita nel 1960, fu un manipolo di scrittori, artisti e matematici, tra cui Georges Perec, Marcel Duchamp, Jacques Roubaud e il nostro Italo Calvino.

Queneau era appassionato di musica, di arte, di letteratura, di archeologia, di filosofia, giocatore accanito di scacchi e di biliardo. Aveva avuto grandi passioni intellettuali e conosciuto e stretto amicizia con personaggi che hanno fatto la storia, come Dubuffet, Bataille, Breton, Prevert, Boris Vian, Luis Bunuel. Prima di arrivare all’idea di sperimentare le regole matematiche nella costruzione della letteratura, aveva abbracciato il surrealismo, ritenendo che scendere in profondità nell’inconscio, lavorare sui sogni poteva fornire a uno scrittore possibilità infinite.

Ma in che consisteva questa Officina di Letteratura Potenziale? Nell’applicare alla scrittura alcune regole matematiche, seguendo un pensiero anche giocoso, un po’ come creare rebus o anagrammi, mescolare le carte insomma, perché se le lettere dell’alfabeto sono come le note musicali – miscelabili per ottenere una sinfonia, e un romanzo, e una poesia – le composizioni musicali hanno molto a che fare con le architetture numeriche. Insomma, c’è una meravigliosa osmosi tra tutte le discipline, che invita a mettere in connessione ragionamento e creatività.

In pratica che cosa combinavano questi operai della lingua francese nella loro fabbrica di parole? Cose incredibili e estremamente divertenti: per esempio interi romanzi senza una lettera dell’alfabeto – per esempio la e assente ne La scomparsa di Georges Perec; davano un’enorme importanza persino ai numeri dei capitoli, alla scansione della scrittura, usavano il cosiddetto vincolo del prigioniero anche escludendo che so, tutte le lettere con le gambette in alto o in basso (b, d, f, g, h, k, l, p, q, t, y). La letteratura potenziale insomma, secondo la loro definizione doveva “ricercare nuove strutture e schemi che possano essere usati dagli scrittori nella maniera che preferiscono”.

Tutto questo per dire che scrivere, nelle sue tante sfaccettature, ha un lato che vincola le creazioni spontanee dentro regole ferree. D’altronde la letteratura un tempo doveva rispondere a certi canoni specifici, e se se ne discostava non era più considerata tale.

Ora, questa rubrica è nata con l’intento di parlare di lettura e di scrittura e, se vogliamo, anche di aritmetica (cfr Leggerescrivere in RMagazine15 febbraio 2019). Allora perché non provare qualcuno di questi vincoli del prigioniero, così, per gioco? Sarà un esercizio di scrittura* divertente che vi svelerà qualche potenzialità che non sapevate di avere.

Esercizio n 1: Scrivete una storia di mezza pagina escludendo una vocale.

Esercizio n 2: Scrivete 5 volte la stessa mezza pagina reinserendo la vocale proibita, ma cambiando ogni volta lo stile, come se fosse un giallo, come se fosse un romanzo storico, come se fosse un romanzo rosa, come se fosse una storia da ridere, come se fosse una scena teatrale. Vi sarà d’ispirazione il celebre Esercizi di stile di Queneau, tradotto magistralmente nientepopodimeno che da Umberto Eco.

Esercizio n 3, solo per esperti matematici: Create un sonetto come quello di Jacques Roubaud del 1967 , che è una sequenza poetica contenente 361 variazioni geometriche organizzata come una partita del famoso gioco giapponese Go. Potete farlo con un altro gioco, o limitarvi a seguire una griglia geometrica a piacere.

Vi assicuro che con la scrittura si può sperimentare ancora e ancora e ancora… Leggere però resta essenziale.

*se volete potete inviare i vostri esercizi a questo indirizzo intestando a Simona Fasulo – Esercizi“: Contatti

RAYMOND QUENEAU Esercizi di stile, traduzione Umberto Eco, ed. Einaudi

GEORGES PEREC La scomparsa, traduzione Piero Falchetta, ed. Guida

JACQUES ROUBAUD ∈, ed. Gallimard