Il sambuco

Sambucus L. è un genere di pianta ascritto alla famiglia delle Caprifoliacee. Comprende specie arbustive di medio-grandi dimensioni, talvolta in forma di piccolo albero con altezza di 5-10 metri, comunissimo lungo le siepi campestri, nei boschi planiziari e submontani e presso i casolari di campagna, nonché alla periferia delle città, dove rappresenta un relitto della vegetazione spontanea.
Il Sambuco è una pianta originaria dell’Europa e del Caucaso. La fioritura del sambuco avviene tra maggio e giugno e si caratterizza per avere fiori bianchi molto profumati. Le parti più utilizzate sono i fiori e i frutti, che hanno due tempi di raccolta diverse. Mentre i fiori possono essere raccolti tra maggio e giugno, per le bacche bisogna aspettare fino alla fine di agosto quando sono completamente mature. Le bacche mature raggiungono una colorazione quasi nerastra, molto simile ai mirtilli, mentre se sono rosse, hanno un sapore acerbo e possono anche essere irritanti. Le foglie e i fiori vengono essiccati all’ombra, mentre le bacche vanno utilizzate fresche, ma possono essere anche surgelate
Proprietà: I fiori del sambuco hanno principi attivi e fitocomplessi molto importanti, è una pianta ricca di flavonoidi, glicosidi, vitamine A B C e tannini.
I fiori di sambuco vengono adoperati sia per uso interno che esterno. Molto piccoli, di color bianco panna e a forma di stella, si trovano riuniti in infiorescenze a forma di ombrello. Sono molto profumati e con il loro odore fanno notare la presenza della pianta anche da una certa distanza. Sono molto usati in ambito fitoterapico, erboristico e per preparare una variante dello sciroppo di sambuco, utile per attenuare la febbre, la bronchite e gli stati di costipazione. I fiori essiccati si usano sotto forma d’infuso, noto per la sua capacità di aumentare la sudorazione corporea, favorendo così l’eliminazione delle tossine e il calo della temperatura corporea durante gli stati febbrili. Insieme alle foglie, i petali in infusione vengono impiegati per la preparazione di tisane contro i  come asma, tosse, influenza, catarro, sinusiti e raffreddori. Sempre i fiori hanno anche proprietà antireumatiche ed è quindi l’assunzione degli stessi, tramite infuso, in caso di artrosi e gotta.
Per uso esterno i fiori hanno proprietà astringenti e un’azione lenitiva sulla pelle, su occhi irritati, arrossati o in caso di orzaiolo. Lasciate in infusione in un litro d’acqua bollente 50g di fiori di sambuco per 15 minuti. Lasciar raffreddare e nel frattempo lavare accuratamente gli occhi con acqua fresca. Imbevere due compresse (panno o cotone) nel preparato e porre su ciascun occhio per 15 minuti. L’acqua di sambuco è anche utile per lenire le bruciature e come tonico per la pelle. Le lozioni preparate con gli estratti di fiori di sambuco vengono usate per normalizzare la secrezione sebacea e le impurità della pelle. Vengono quindi impiegate sui foruncoli, sulle scottature e per la cura delle emorroidi.
Altri utilizzi. Con i fiori è possibile fare uno sciroppo, da diluire poi con acqua, ottenendo una bevanda dissetante che è molto usata inTirolo in Carnia e nei paesi nordici e dell’Europa orientale. Dai fiori si ricava un estratto che viene utilizzato per la produzione della sambuca, liquore a cui ha dato il nome ma che, nelle ricette attuali, è prevalentemente basata sull’anice. Inoltre sfruttando la fermentazione dei funghisaccaromiceti presenti naturalmente sui suoi fiori, si può realizzare il cosiddetto spumante di sambuco o spumante dei poveri. I fiori sono ottimi anche fritti. A Palazzo Adriano di Palermo i fiori freschi vengono usati per la realizzazione di un pane tipico, chiamato in dialetto “Pani cu Savucu”, pane con il Sambuco. Con i frutti di S. nigra e di S. racemosa si può fare una confettura di cui non si deve abusare per le sue proprietà lassative.
Attenzione a non confondere le specie più comuni, cioè il S. nigra, con il S. ebulus, altrettanto diffuso e con areale simile al S. nigra, ma le cui parti sono tutte notevolmente più tossiche se ingerite in quantità anche modeste.
Attenzioni Tutte le parti della pianta sono tossiche per la presenza di cloruro e vari alcaloidi. Fanno eccezione i fiori e le bacche mature, ma non i semi al loro interno. Nella preparazione di confetture la cottura o la macerazione delle bacche sono sufficienti a far sì che i composti cianogenetici si volatilizzino completamente. Nel caso di un’ingestione accidentale i sintomi dell’intossicazione sono gli stessi dati dall’ingestione delle mandorle amare che egualmente contengono composti cianogenetici.
Cenni storici e credenze È una pianta comune in tutto il mediterraneo, già nota nell’antichità per gli usi medicinali, tra i quali la preparazione dell’Akté descritto dal filosofo e naturalista greco Teofrasto.
Secondo la leggenda, parte della croce di Cristo fu costruita col suo legno, e ad un sambuco andò ad impiccarsi Giuda.
I Romani usarono le sue bacche come alimento, e Apicio ne trasmise la ricetta.
Fu solo più tardi, che i suoi fiori diventarono condimento e vennero impiegati per aromatizzare l’aceto e il vino moscatello.
Col trascorrere dei secoli, il suo impiego è caduto in disuso, restando limitato all’ambito contadino.
Secondo le credenze popolari il sambuco è un albero della gioia: piantato vicino a casa attira gli spiriti buoni e tiene lontani i serpenti.
I suoi fiori dovrebbero essere raccolti la vigilia del giorno di San Giovanni e lasciati all’aperto tutta la notte, perché il santo possa passare a benedirli.