Barry Lyndon

Stanley Kubrick il grande regista statunitense poi naturalizzato britannico, nel 1975 trasse, dal romanzo di William Makepeace Thackeray “Le memorie di Barry Lyndon” uno dei film più importanti della sua filmografia, un film di grande impatto visivo lontano dalle tematiche e temi sociali, filosofici e politici che a Kubrick sono sempre stati attribuiti quali la violenza, il sesso e la politica.

“Barry Lyndon” è un film drammatico che racconta la vita di un avventuriero, Redmond Barry, nato in un piccolo villaggio irlandese della sua ascesa sociale e del seguente declino.

Guardare “Barry Lyndon” è come fare un viaggio realistico nel ‘700.
Le scene e i costumi furono ispirati da quadri, stampe e disegni d’epoca; grazie a questa attenzione ai dettagli il film ottenne i premi Oscar alla migliore fotografia (John Alcott), alla migliore scenografia (Ken Adam) e ai migliori costumi (Milena Canonero), assegnati nel 1976.
Caratteristica importante del film per ricreare le atmosfere cosi realistiche dell’epoca fu la scelta di girare con l’ausilio della luce naturale e per le scene notturne alla luce delle candele e delle lampade a olio.
Per riuscire si dovettero utilizzare lenti rivoluzionarie, studiate dalla Zeiss per la NASA (come il Zeiss Planar 50mm f/0.7, l’obiettivo più luminoso della storia della fotografia) oltre a nuove macchine da presa messe a punto dalla Panavision.

Trama
Nella prima parte, In un piccolo villaggio in irlanda il giovane Redmond Barry, figlio unico di madre vedova, di bell’aspetto ma con pochi soldi in tasca, s’innamora della cugina, la bella e frivola Nora Brady. Quando nel villaggio, si ferma un reggimento militare del Regno Unito, che sta reclutando truppe per la guerra dei sette anni, Nora conosce uno degli uomini di stanza, il capitano John Quin, con cui avvia una relazione. Consapevoli che l’ufficiale ha un’ampia disponibilità economica, i fratelli di Nora cercano di distoglierla da Redmond e di spingerla verso l’ufficiale.
Redmond cerca di opporsi e durante il banchetto di fidanzamento si presenta ed offende il capitano Quin in pubblico. Sara duello nel quale Redmond ferisce a morte il rivale e dietro consiglio di un giudice di gara, fugge a Dublino per non essere catturato e condannato per omicidio.
Allontanatosi dal villaggio in groppa a un cavallo, con in tasca venti ghinee d’oro donategli dalla madre Barry viene bloccato da due briganti, che lo derubano di tutti i suoi averi e lo lasciano senza cavallo. Squattrinato ed appiedato, si arruola nell’esercito britannico. L’inadeguatezza di Barry alla vita militare pero emerge subito: una mattina, al momento del rancio, l’ingenuo giovane chiede che gli venga sostituito il boccale perché sporco di grasso, suscitando così il sarcasmo dei commilitoni. Uno in particolare, il corpulento Toole, lo prende in giro davanti a tutti. Barry non ci sta e, dietro consiglio di un altro commilitone, riesce a irritarlo facendo riferimento al malo modo in cui Toole viene trattato dalla moglie. Per decidere chi ha ragione si organizza un combattimento di pugilato, da cui, anche questa volta, l’irlandese esce vincitore.
Dopo questa affermazione, Barry ottiene la fiducia dei suoi superiori e viene dunque spedito in battaglia in prima linea. L’esercito si trasferisce in territorio tedesco, dove si sta svolgendo uno scontro decisivo tra le truppe francesi e quelle inglesi. Un giorno Redmond viene informato dal capitano del suo battaglione, un suo vecchio amico, Grogan, già padrino del fatale duello, che il capitano Quin, il pretendente di Nora, è in realtà ancora vivo: la pistola di Barry era stata infatti truccata (in modo che sparasse un tampone di stoppa) dai familiari di Nora, i quali non volevano perdere l’opportunità di imparentarsi con Quin, che con i suoi averi rappresentava una notevole sicurezza economica. Nora quindi aveva sposato il rivale in amore del povero Redmond.
Doppiamente beffato, il giorno dopo Barry partecipa con il suo reparto a una sanguinosa battaglia e vede morire, sotto i suoi occhi, Grogan stesso. A questo punto, orfano del suo unico protettore, matura la volontà di disertare per fuggire dalla guerra, che l’avrebbe condotto con molta probabilità alla morte. L’occasione buona gli capita quando vede due ufficiali omosessuali intenti a dialogare sul loro amore mentre fanno il bagno in un fiume. Uno dei due è stato incaricato di condurre una delicata missione: recapitare un messaggio al generale Percival Williamson, che si trova a Brema. Barry approfitta dello scambio di effusioni tra i due militari per rubare l’uniforme e il cavallo di uno di loro e fuggire verso Brema con i documenti dell’ufficiale.
Dopo essere entrato nel territorio controllato dai prussiani, alleati degli inglesi, si verificano due imprevisti. Il primo, positivo, consiste nel fatto che un giorno, alla ricerca di un luogo dove mangiare, Barry incontra una giovane donna che si offre di ospitarlo. I due diventano amanti, ma dopo qualche giorno Barry riprende la strada per Brema. Il secondo, negativo, vede Barry incrociare sulla sua strada un gruppo di soldati prussiani. Il capitano Potzdorf, che li comanda, si presenta e si offre di accompagnarlo. Il prussiano, che sospetta che Barry sia un impostore e un disertore, lo conduce in una taverna per soldati e, cercando di farlo parlare e ostentando un atteggiamento amichevole, fa cadere Barry in contraddizione: l’irlandese gli comunica che deve consegnare un messaggio al generale Percival Williamson, che in realtà è morto da dieci mesi. Ottenuta la prova che sta mentendo, lo fa disarmare immediatamente e gli offre due alternative secche: essere tratto in arresto (con sicura condanna a morte per diserzione) oppure arruolarsi nell’esercito prussiano; Barry è quindi costretto a scegliere la seconda.
L’addestramento nell’esercito prussiano è molto più duro che in quello inglese. Barry fatica ad ambientarsi e subisce numerose punizioni a causa della sua mancanza di disciplina. Durante una battaglia cruciale a colpi di cannone e di fucile, a cui Barry prende parte, una cannonata colpisce una trave. Barry capisce in anticipo che la trave cadrà addosso al capitano ed interviene salvandogli la vita. Come ricompensa, Potzdorf lo premia con due federichi d’oro e gli affida un incarico di secondo piano senza alcun rischio: un lavoro di spionaggio in cui deve farsi assumere come cameriere presso un raffinato giocatore d’azzardo francese, un certo Chevalier de Balibari. In realtà, egli è un irlandese e vive sotto copertura, e per questo i prussiani hanno buon motivo di sospettare che possa essere una spia per conto dell’Austria. La missione di Barry è osservare l’uomo e fare rapporto tutti i giorni al capitano Potzdorf su quello che fa.
Durante il primo incontro con de Balibari, però, Barry non riesce a nascondergli di essere un suo compatriota e di essere stato inviato a spiarne le mosse. Lo Chevalier apprezza la sincerità di Barry, dato che anche lui vive un analogo esilio forzato, e i due diventano amici. De Balibari fa entrare Barry nel mondo del gioco d’azzardo, ed egli, inventando ogni genere di trucco con la propria astuzia, aiuta il suo benefattore a vincere tutte le partite a carte con altri nobili. Nei suoi rapporti quotidiani al capitano Potzdorf, Barry riporta cose vere ma totalmente ininfluenti al fine di svelare la reale identità dello Chevalier. Un giorno però la fortuna abbandona la coppia: un principe, conosciuto alla corte del re, accusa de Balibari di aver barato al gioco. Tra i due nasce un alterco, al termine del quale il principe annuncia la sua intenzione di ricorrere a un duello. Dopo che Barry riporta fedelmente l’accaduto ai suoi superiori, interviene il governo, che tramite il ministro di Polizia decide di far espellere lo Chevalier dal territorio prussiano.
I due sodali, però, smontano il piano del governo prussiano: la mattina dopo, quando due soldati prussiani si presentano davanti alla residenza del giocatore, colui che prendono in consegna è in realtà Barry, travestito in modo da somigliare allo Chevalier, e lo scortano, mentre questi si finge scandalizzato e offeso, fino al confine. Il vero de Balibari è espatriato comodamente durante la notte. La carriera dei due giocatori procede con un successo dietro l’altro. Barry si rende famoso, oltre che per la sua fortuna al tavolo da gioco, per la sua bravura con la spada e per la sua bellezza, che attira diverse donne, tra cui la giovane contessa Lady Lyndon, donna sofisticata e infelice, sposata con Sir Charles Reginald Lyndon, ricchissimo e molto malato, da cui ha avuto un figlio, Lord Bullington, il cui precettore è il reverendo Runt.
Nella seconda alla morte di Sir Charles, Barry si sposa con Lady Lyndon. La madre di Barry viene a vivere nel palazzo della coppia. Dal matrimonio con la donna, Barry ha un figlio, il piccolo Bryan Patrick Lyndon, e si attira l’inimicizia del figliastro, Bullington, che lo ritiene un uomo rozzo e opportunista. Sebbene Barry cerchi di essere gentile con lui e di trattarlo come un figlio, Bullington si rifiuta di vedere in lui un padre e dichiara fermamente che il suo unico e vero padre sarà sempre Sir Charles. Un giorno Bullington palesa il suo sentimento rifiutandosi di baciare Barry; per la mancanza di rispetto Barry gli infligge sei scudisciate e gli dice che lo rifarà ogni volta che si vedrà trattare in modo simile.
Passano gli anni: tra Barry e Lady Lyndon l’amore è finito, Barry ha numerose amanti e i due vivono separati. Il conflitto tra Bullington (attaccatissimo alla madre) e Barry si fa sempre più aspro, mentre a consolare Barry è l’amore paterno nei confronti di suo figlio Bryan.
Un giorno la madre di Barry dice chiaramente al figlio che, nonostante sia sposato con una ricca nobildonna, non ha niente intestato a sé, quindi è nullatenente, e per questo non sarà lui a ereditare la fortuna di famiglia, ma il figlio primogenito, che gli è fortemente ostile. Tutto si risolverebbe se Barry ottenesse un qualsiasi titolo nobiliare. Barry si getta anima e corpo nell’impresa, finanziando opere e organizzando sontuosi ricevimenti. L’unico risultato tangibile che riesce a ottenere è partecipare a un ricevimento in cui è presente re Giorgio III. Il colloquio tra i due è però deludente: quando il re viene informato che Barry ha reclutato a sue spese una compagnia per la guerra in America, si limita a suggerirgli di reclutarne un’altra e partire con essa per combattere.
Un giorno i due fratellastri, mentre sono soli nell’aula di studio in assenza del reverendo Runt (istitutore di entrambi), iniziano a litigare per una matita e vengono alle mani. Richiamato dalle urla di Bryan, Barry entra nella sala, vede che il figlio grande sta sculacciando il piccolo e decide immediatamente di punirlo con sei scudisciate. Il figliastro, sconvolto, promette che la prossima volta che Barry lo toccherà, lo ucciderà.
Un giorno, durante un’esibizione musicale dove Lady Lyndon suona il clavicembalo accompagnata da una piccola orchestra d’archi, Bullington mette in atto un piano per screditare la falsa immagine di Barry, sfruttando l’amore incondizionato che questi prova per il piccolo Bryan, e annunciare l’intenzione di lasciare la casa paterna per non ritornarvi più finché vi avesse abitato il patrigno. Questo suscita le ire di Barry stesso, che non riesce a trattenersi dal saltare addosso al figliastro e picchiarlo a sangue davanti a tutti gli astanti. Dopo questo episodio, Barry perde definitivamente ogni speranza di ottenere un titolo nobiliare, mentre tutti i suoi creditori si affrettano a chiedergli il pagamento di quanto loro dovuto, gravando pesantemente sulla rendita di Lady Lyndon.
Approssimandosi la festa di compleanno di Bryan, il piccolo chiede al padre di avere in regalo un cavallo (in precedenza aveva un semplice pony). Barry decide di fargli una sorpresa: finge con lui di non accontentarlo mentre in realtà acquista un cavallo purosangue, un puledro bellissimo che non è stato ancora domato. Nonostante Bryan avesse promesso ai genitori di non cercarlo e di non montarlo mai in assenza del padre, un giorno segue il padre di nascosto e trova il cavallo. Appena gli sale in groppa, l’animale, imbizzarrito, disarciona il bambino, che si ferisce mortalmente al cranio.
Dopo due giorni di agonia Bryan muore, provocando una grave perdita in famiglia. Barry inizia ad annegare il proprio dolore nell’alcol, mentre Lady Lyndon tenta il suicidio ingerendo della stricnina (che le provoca solo una grande sofferenza). Dell’accaduto viene informato Lord Bullington; egli decide dunque di ritornare nella tenuta Lyndon, chiedendo soddisfazione per l’affronto subito qualche mese prima. In un pagliaio poco lontano Bullington e Barry si sfidano a duello con le pistole. Al primo tentativo Bullington, per l’emozione, esplode erroneamente il colpo, sprecandolo, mentre carica l’arma. Al suo turno Barry rimane colpito dal terrore di Bullington, e forse per compassione, spara a terra per chiudere la sfida. Bullington invece chiede di poter esplodere il secondo colpo. Al secondo sparo la sua mano poco ferma finalmente colpisce Barry, ferendolo a una gamba. La ferita appare subito grave e l’uomo viene portato immediatamente in una locanda, dove viene chiamato un chirurgo. La pallottola ha reciso l’arteria tibiale anteriore e il rischio di un’ulteriore emorragia è troppo alto: l’unica cosa sicura che si può fare è amputare la gamba sotto il ginocchio.
Qualche giorno dopo, mentre Barry è ancora convalescente, riceve la visita dell’amministratore della casa. L’uomo comunica a Barry che Lord Bullington è disposto a versargli un vitalizio di 500 ghinee all’anno purché Barry lasci la casa e l’Inghilterra. L’amministratore fa presente a Barry che, se decidesse di rimanere in Inghilterra, finirebbe in prigione e nessun finanziatore e nessuna banca accorrerebbe per risanare i pesanti debiti contratti, perché è completamente screditato. Pochi giorni dopo Barry, accompagnato dalla madre, lascia l’ospedale e ritorna in Irlanda. Il narratore commenta la scena dicendo che Barry si recherà successivamente in Europa a giocare d’azzardo, senza più, però, la fortuna di un tempo.
Lord Bullington ritorna nella casa paterna e affianca la madre nell’amministrazione dei beni di famiglia. Nell’ultima scena del film, Lady Lyndon, con aria assente, firma la cedola relativa al versamento in favore di Barry per l’anno sotto gli occhi del figlio, brutto e precocemente invecchiato. 1789.

Nonostante la cura maniacale che Kubrick usò per i dettagli del film, come del resto per ogni altra sua regia, nel film compaiono tre evidenti anacronismi. Il primo riguarda una cartina geografica che viene mostrata, sulla quale compare un treno a vapore che però all’epoca non esisteva, poi , compare un cane di razza Labrador Retriever, che però fu allevata solo a partire da fine Ottocento e riconosciuta nel 1903. Il terzo riguarda gli strumenti ad arco dell’orchestra, che sono montati “alla moderna”: sono presenti i puntali di violoncello e contrabbasso, comparsi solo nel secolo successivo ed affermatisi solamente nel XX secolo, inoltre gli archetti sono anch’essi moderni.