Ristrutturate l’appartamento? Pagate i vicini per il disturbo.

Se siete anziani e magari non autosufficienti e/o non potete uscire di casa ogni volta che volete e siete i “fortunati” vicini di un inquilino che ristruttura il proprio appartamento rischiate di prendervi un esaurimento nervoso. I rumori provenienti da tali piccoli cantieri sono in genere martellanti e continui e possono essere eseguiti dalle 7 di mattina fino alle 10 di sera (con la sola interruzione tra le 14 e le 16) compreso il sabato (regolamento polizia urbana comune di Roma). Chiaramente se superano un certo numero di decibel si possono chiamare i vigili. Ma questi quando entrano nell’appartamento in ristrutturazione in genere possono solo verificare se ci sono anomalie amministrative perché ovviamente i rumori non possono essere misurati se non da apparecchi di cui di solito non sono forniti. L’uso di questi apparecchi va programmato e come potete immaginare è facile eludere. E non è tenuta in nessuna considerazione la ripetitività del rumore ma solo l’intensità. Bum bum bum bum per ore e ore e può durare settimane o più. Insomma si è costretti a subire per mesi queste violenze acustiche senza alla fine de facto potersi difendere.

Stranamore si chiede in nome di quale priorità il legislatore possa dare licenza di ristrutturare senza eseguire prima dei controlli in loco e senza il coinvolgimento e l’assenso dei proprietari confinanti e una verifica delle condizioni in cui questi lavori sono eseguiti.

In secondo luogo non si capisce nemmeno perché si da la possibilità di distruggere un appartamento e ricostruirlo in maniera completamente diversa da come era stato progettato all’inizio. Si spostano muri, si deviano impianti elettrici ed idraulici senza alcun controllo regolare in corso d’opera dal comune, se non a posteriori se si verificano problemi. E anche in quel caso è estremamente difficile dimostrare i danni effettuati.

Insomma vincono sempre i furbi autorizzati da una legge fessa e sbilanciata e punitiva verso chi subisce.

Stranamore quindi propone un risarcimento fisso da erogare da parte di chi ristruttura, ai proprietari degli appartamenti confinanti, pari a 5 anni di costi condominiali. Questo nel caso si spostino muri o si eseguano lavori che non sono semplice manutenzione.