Anjelique Kidjo

Celebrare le donne, ecco un bel modo per parlarne. Lo faccio oggi parlandovi di una forza della natura. Non a caso viene dall’Africa e non a caso è una musicista.

Non fatevi mai condizionare dai giudizi degli altri: siate ciò che volete essere, rispettatevi, vogliatevi bene e non smettete mai di difendere la vostra libertà e la vostra autodeterminazione.

Questo l’appello alle donne di Anjelique Kidjo, la prima diva d’Africa, un concentrato di forza e di energia vitale, che ha compiuto 60 anni il 14 luglio scorso e non ci pensa neppure a diminuire la sua carica espressiva, a rallentare il corpo.

Una performer eccezionale, con una voce da capogiro, nata nel Benin, espatriata con la famiglia dopo il colpo di stato e la dittatura, si è spostata a 23 anni a Parigi. Le collaborazioni professionali sono con i grandi della musica di tutto il mondo. C’è chi dice sia l’erede di Miriam Makeba, – quando intona Pata Pata insieme col pubblico sembra che Makeba sia tornata -, il suo penultimo tour l’ha dedicato alla regina cubana Celia Cruz, morta nel 2003.

Ieri sera nella Cavea dell’Auditorium romano ha sollevato le stanche membra di un pubblico over quaranta e le ha scosse dal profondo mettendosi in gioco come sempre con la sua scatenata e colta rivisitazione di un bellissimo album del 1980 dei Talking Heads Remain in Light. Scesa dal palco ha trascinato nella festa i presenti obbligandoli – apparentemente senza alcuno sforzo visto il risultato – a ballare e cantare con lei e con i suoi musicisti.

Un magnifico legame tra la lotta e la musica.

Anjelique, che ha fondato l’associazione Batonga che permette alle giovani beninesi di studiare, ieri sera ha parlato di amore, di libertà, di lotta e di donne.

In una intervista di qualche tempo fa dice: In Africa le donne hanno sempre più potere, più che altrove. L’Occidente dimentica spesso che nel mio continente esistono molte società matriarcali. Certo, il rafforzamento delle donne nella società richiederà ancora un lungo cammino e tanto lavoro. Io sono stata fortunata.

E ieri sera ha detto all’Italia presente al suo concerto che le donne sono importanti e vanno amate e rispettate. Ha detto che la vita è bella e che l’odio non porta da nessuna parte.

Nella bella festa musicale l’odio non è stato mai presente, non se ne percepiva neppure l’odore, nonostante fossimo nell’Italia dei veleni. Evidentemente gli appassionati di Anjelique Kidjo sanno da che parte stare.