L’anima buona di Sezuan

Poco prima di morire – non aveva ancora compiuto 60 anni – Bertold Brecht scrisse a Giorgio Strehler dicendogli che se avesse potuto scegliere avrebbe lasciato tutti i suoi testi a lui, perché li portasse in scena. L’aneddoto lo racconta Andrea Jonasson, che è stata a lungo sposata con il regista triestino.

E’ proprio seguendo le note di regia lasciate da Strehler che Monica Guerritore ha debuttato al Teatro Quirino martedì scorso  nel doppio ruolo di protagonista e di regista di L’anima buona di Sezuan di Bertold Brecht.  Con la ricostruzione delle bellissime scene firmate da Luciano Damiani nell’allestimento strehleriano del 1981 – la geniale pedana girevole che assomiglia a una giostra al centro del palco – e i costumi tra il nero e il color sabbia, gli stessi che avevano caratterizzato quella versione dell’opera, l’attrice/regista rende omaggio al suo maestro Giorgio Strehler, col quale iniziò la sua felice carriera.

La trama: a Sezuan arrivano tre dèi alla ricerca di un’anima buona. E’ un’impresa trovarne una, ma alla fine la scelta ricade sulla prostituta Shen Te, cuore d’oro, sempre attenta agli altri. Gli dèi le consegnano una somma di denaro che le consenta di migliorare la sua vita e di abbandonare il mestiere, a patto che continui a fare buone azioni. Ma per Shen Te non è così difficile, anzi, la bontà le appartiene per natura. Solo che, si sa, tutti tendono ad approfittarsi dei buoni. Per fortuna c’è Shui Ta, suo cugino, duro, determinato, sicuro di sé e per niente propenso a farsi mettere nel sacco. Shui Ta in realtà non esiste, è Shen Te che si maschera per potersi difendere dai vicini, parassiti che le succhiano la poca ricchezza donatale dagli dèi. Se Shen Te non avesse Shui Ta, finirebbe di nuovo sul marciapiede.

Ma l’arrivo a Sezuan dell’aviatore senza lavoro Yang Su scombina le cose perché Shen Te si innamora di lui e l’equilibrio tra realtà e finzione rischia di saltare. Tra rammarico, delusione e dolore per non essere amata come vorrebbe, Shen Te lascia la scena al cugino, nascondendosi dentro i suoi panni. Anche se la recita alla lunga non sarà più così facile…

L’opera brechtiana racconta storie di piccoli esseri umani poveri, bisognosi e perciò pronti ad essere crudeli gli uni con gli altri pur di accaparrarsi qualcosa di cui vivere, in una città che potrebbe essere in ogni punto del globo.

Rimettere in scena oggi L’anima buona di Sezuan, come scrive nelle note di regia la stessa Guerritore, ha il senso di “rispondere alla missione politica e civile del mio mestiere. Teatro civile, politico, di poesia”.

Uno spettacolo non facile, che lascia pensare e pone anche qualche interrogativo sul senso di un teatro civile che però è poco accessibile ai più giovani – per via della lunghezza del lavoro – due ore e quaranta incluso l’intervallo -, del linguaggio così distante da quello corrente e anche, perché no, del prezzo del biglietto.

Ma queste sono note a margine che lasciano il tempo che trovano, perché il consiglio è di andare a vederlo questo spettacolo. Prima di tutto perché non è così frequente ultimamente che Brecht venga rappresentato, e poi perché racconta molto bene il momento difficile e buio che stiamo vivendo in termini di comunicazioni umane.

29 ottobre 10 novembre

La Contrada Teatro Stabile di Trieste / ABC Produzioni
presentano
in collaborazione con ATA Carlentini
MONICA GUERRITORE
omaggio a Giorgio Strehler
L’ANIMA BUONA DI SEZUAN
di Bertolt Brecht
traduzione di Roberto Menin
regia MONICA GUERRITORE
ispirata all’edizione di Giorgio Strehler (Milano 1981)

personaggi e interpreti
(in ordine alfabetico)

MATTEO CIRILLO  Yang Sun, un aviatore senza lavoro/ il falegname LinTo
ALESSANDRO DI SOMMA  Secondo Dio/ il bambino/la vedova Li
VINCENZO GAMBINO Wang, un venditore d’acqua/  il fratello zoppo
NICOLO’ GIACALONE il barbiere Shu Fu/  il marito
FRANCESCO GODINA il poliziotto/il nipote gagà/ Primo Dio
MONICA GUERRITORE  Shen Te alias Shui Ta
DIEGO MIGENI Terzo Dio/la Signora Mi Tzu
LUCILLA MININNO Signora Yang/ la moglie

scene da un’idea di Luciano Damiani
disegno luci Pietro Sperduti
costumi Valter Azzini
direttore dell’allestimento Andrea Sorbera
collaborazione musicale Paolo Danieli
assistente alla regia Ludovica Nievo
regista assistente Leonardo Buttaroni

Lo spettacolo ha una durata di 2 ore e quaranta minuti incluso intervallo