
L’universalità di Eduardo è il punto da cui parte questa biografia in ricordo dei 120 anni dalla nascita, avvenuta a Napoli il 24 maggio del 1900.
Il documentario lascia parlare Eduardo e chi lo conobbe, con rare incursioni nel suo teatro e nelle sue numerose produzioni cinematografiche, riproponendo alcuni dei suoi pensieri espressi nelle interviste, nelle lezioni universitarie, nelle uscite pubbliche, nelle poche apparizioni televisive.
Una vita interamente dedicata al teatro, quella di Eduardo, secondogenito dopo Titina e prima di Peppino. I genitori sono il commediografo e attore Eduardo Scarpetta e sua nipote Luisa De Filippo, figlia del fratello della moglie Rosa, con la quale Scarpetta ha già tre figli legittimi. I tre ragazzi nati dall’unione fuori del matrimonio dovranno prendere il cognome della madre – De Filippo. Ma la famiglia resta comunque unita e lavorano tutti insieme in teatro da subito con il padre.
Eduardo è dotato di grande talento e di un’anima libera. Fin da ragazzino gli stanno strette le coercizioni, ma ama moltissimo la scena, recitare, scrivere, organizzare gli attori, dirigerli.
Eduardo preferisce farsi conoscere attraverso quello che scrive e che recita. Lui, nato vecchio, che da ragazzo amava i vecchi, ha saputo non perdere la giovinezza in età avanzata e non ha avuto bisogno di sentirsi giovane per continuare a produrre. La sua vita, ricca di successi internazionali, ma anche di esperienze dolorose, ha avuto una passione dall’inizio alla fine: il teatro.
A trentasei anni dalla morte, avvenuta a Roma il 31 ottobre 1984, vale la pena riscoprire la grande profondità d’animo che lo ha guidato a lasciare ai posteri commedie che sono veri e propri affreschi di umanità, indimenticabili e ancora attualissimi.
Sarà lui a rendere il dialetto napoletano lingua universale, al punto che i suoi dialoghi – anche senza sottotitoli o traduzioni – sono stati rappresentati sui palcoscenici di tutto il mondo. E il pubblico ha capito, applaudito, condiviso emozioni e sentimenti.
Il minuzioso lavoro di ricerca e scelta nelle teche Rai tra i suoi interventi e le sue interviste, le bellissime lezioni di drammaturgia del 1981-82 al Teatro dell’Università La Sapienza di Roma, ci raccontano un uomo serio con una meravigliosa vena ironica e uno spiccato senso dell’umorismo, e ci presentano un instancabile appassionato scrittore e poeta, un regista accurato di teatro, cinema e televisione, un attore versatile.
A ricordare l’uomo, con la sua vita travagliata e le vicissitudini che accompagnano quasi un secolo, oltre a Anna Barsotti, docente di Metodologia dello Spettacolo all’Università di Pisa, che ha scritto tanto di lui, ci sono persone che l’hanno conosciuto, apprezzato, amato: Isa Danieli, che ha debuttato con lui nel 1954 al Teatro San Ferdinando in Napoli milionaria; Antonio Fioretto, che l’ha conosciuto ai tempi in cui Eduardo sperimentava il suo teatro in televisione ed è rimasto con lui per un lungo periodo come direttore di scena; Maria Procino, che, ragazzina, l’ha voluto incontrare dopo aver visto una versione di Natale in casa Cupiello ed è diventata “di famiglia”; Gianfelice Imparato, che ha potuto sperimentare tre sue regie, quando Eduardo, ormai prossimo alla fine, aveva lasciato le scene come interprete e si dedicava solo alla direzione della Compagnia di suo figlio Luca.