Caro Enrico (Mentana) ci siamo tanto amati…

Caro Enrico

Questa mia è per dirti che il nostro amore è finito. Certo tu non ne hai mai saputo nulla, io infratti non ho mai avuto il coraggio di dirtelo pubblicamente.
Confesso di averti seguito già quando eri un giovane e aitante giornalista di fila in Rai, passato poi su Canale 5 come direttore del tg, ma li ti confesso che facevo a fatica avendo io una sana repulsione per il caimano. Tu questa repulsione la sentivi meno… fino a quando non ti ha cacciato.

Dopo la cacciata del caimano sei passato alla 7 di Cairo e sei diventato finalmente il direttore per antonomasia, sedendo sulla poltrona appunto di direttore del Tg di La7.

Ho avuto una vera e proprio compulsione per le tue dirette che seguivo tutta notte e per i tuoi Tg che voracemente, anche loro, seguivo. E I tuoi dibattiti? li controllavi dall’alto della tua sapienza comunicativa, erano dei veri e propri varietà che orchestravi con i giusti tempi, tra gli attori ego-sensibili che invitavi.
Mai ero in disaccordo col tuo esplicare, mai ero lontano dai concetti che raccontavi per la vulgata.
Eri in fondo un libertario vagamente di sinistra, aperto alla frequentazione dell’intelligenzia e ti dividevi tra industriali illuminati e la borghesia salottiera dove si intrecciano le relaziono umane più appaganti…

Il primo colpo al nostro amore lo hai dato però lasciando la tua bella moglie. Lei non te l’ha perdonata e ti ha accusato  sui social e non solo di varie cose… Lei  è Michela Rocco di Torre Padula, conduttrice televisiva, attrice ed ex modella italiana eletta Miss Italia 1987 e Miss Europa 1988. Invidioso, io, della tua fortuna di averla conquistata, non ti perdonai di averla lasciata…
Ma si sa il tempo cura le ferite e avevo continuato a guardare i tuoi Tg, le tue maratone e i tuoi dibattiti.
Poi come un fulmine a ciel sereno, in un tuo Tg che seguiva una diretta di Conte per il Covid-19, in cui lo stesso rispondeva a tono a Salvini e alle sue  solite accuse elettorali, hai sparato (ma credo tu te ne sia pentito parecchio visto il baccano generato, ma ormai la frittata era fatta…): accusavi il presidente del consiglio di approfittare della sua carica istituzionale per accusare Salvini in maniera bieca e che lo avresti censurato e non mandato in onda.
Il discorso di Conte insomma non lo avevi digerito…
Oddio mi è crollato un mondo. Perche tu proprio tu ti ergevi a giudice e censore? Non capivo.
Ti ho anche mandato un messaggio su Fb chiedendoti cosa c’era dietro e tu mi hai risposto in maniera seccata: Niente.

Ma quel niente non mi hai convinto Enrico.

Troppe giravolte ci sono state in questi ultimi mesi a livello editoriale. Per esempio come si è potuto mettere un pischello come Giannini (penna rossa, penna nera, sei soltanto penna a sfera… cit.) alla direzione della Stampa? e perché il buon Verdini è stato cacciato dalla Gedi dal soglio pontificio di Repubblica?

Ma tornando a te il colpo definitivo è stata tutta l’ammuina che hai fatto contro il povero parlamentare dei 5s che ha osato dire una verità ruvida su come la Lombardia sia stata diretta in questa emergenza…

Insomma ho avuto la sensazione di un tuo riposizionamento strategico nel momento in cui alcuni tuoi riferimenti sono venuti a mancare, in base anche ad alcune affermazioni del tuo editore, Cairo, alla stampa in quel periodo…

Insomma Enrico a pensare male si fa peccato ma ancora di più a non farlo…