#Paesaggioitaliano. Il Lago di Paola in una pianta del Settecento

«Ecco, ed all’isola Eèa giungemmo, ove Circe abitava, Circe dai riccioli belli, la diva possente canora, ch’era sorella d’Eèta, signore di mente feroce.»

(Odissea, Canto X, vv. 135-137)

Il monte, descritto da Omero come un’isola dalle alte rupi da cui Ulisse scorge il mare intorno, è il Circeo; su questo aveva stabilito la propria dimora Circe, colei che aveva imprigionato in corpi d’animali i compagni di Ulisse. La pianta settecentesca che pubblichiamo rappresenta il Lago di Paola, detto Lago di Santa Maria, con il territorio circostante, compreso tra San Felice, il Monte Circeo e il canale di comunicazione con il lago di Fogliano.

Siamo nel Parco Nazionale del Circeo, territorio che si sviluppa lungo la fascia costiera del Lazio meridionale, istituito nel 1934 da Mussolini, per tutelare un ricco mosaico di diversi ambienti naturali: la foresta costituita dalla macchia mediterranea dalla tipica vegetazione delle aree marine, le dune costiere, i quattro laghi costieri di Paola, Caprolace, Monaci e Fogliano e altri piccoli bacini d’acqua salmastra, rifugio di molti uccelli acquatici.

Gli edifici, le strade e i terreni rappresentati sono oggetto di un’accurata legenda posta sul lato inferiore della mappa realizzata a inchiostro e acquarello da Vito Giustili, perito agrimensore, nel 1729 in occasione di una controversia sorta tra Terrracina e San Felice sul diritto d’uso delle aree emerse a seguito della riapertura della foce del lago. Si trattava dell’antico canale scavato dai romani per collegare il lago con il mare nel progetto ambizioso, e mai realizzato, di collegare tutti i laghi costieri da Ostia al Lago di Averno per consentire alle navi di evitare la circumnavigazione del promontorio del Circeo. Il porto-canale, ormai insabbiato e non più funzionante, fu riscavato ad opera della Camera Apostolica nel 1721 per sviluppare la coltivazione del pesce tramite la vallicultura. Erano state già costruite due chiuse: la Chiusa Innocenziana (abbattuta nel 2003) e il Ponte delle Cateratte, oggi chiamato Ponte Rosso.

Nella pianta sono indicati i vari bracci del lago, i canali, i fossi, i ponti, i “siti acquatrini”, casini, chiese ed osterie. A fianco del canale la “Torre Pavola”, che fu la prima ad essere eretta dai Caetani (1563) delle sei torri poste a difesa del promontorio per volere del papa Pio V.

 A sinistra del monte la veduta prospettica di San Felice, l’antica città Circeii di fondazione latina che deve il suo nome all’aspetto circolare del promontorio. Sulla sponda del lago sono disegnate le “macerie dirute del Palazzo che si dice di Lucullo”, sontuoso complesso residenziale e termale oggi noto come Villa di Domiziano (I sec. d.C.), che aveva inglobato altre ville rustiche sorte sul lago già in età repubblicana e che caratterizza l’area insieme ad altri siti di età romana, come la Piscina di Lucullo, le Terme di Torre Paola, la Casarina. Qui i primi scavi vennero fatti già nel Settecento dalla Camera Apostolica: le opere ritrovate (29 statue) finirono nel mercato antiquario, mentre le strutture in muratura della villa vennero abbattute e i materiali di recupero vennero impiegati nei lavori di ripristino del canale romano. Fra queste la statua dell’Apollo di Kassel (oggi al Museo di Kassel in Germania) e quella di un Giovane Satiro con flauto (oggi ai Musei Vaticani).

È possibile consultare in ottima risoluzione la pianta sulla pagina del sito: http://www.cflr.beniculturali.it//iip_viewer/iipimage-new.php?dir=/AS_Roma/Imago/&file=Cartografica/Fondi%20vari/Camerale%20III/2165/002/411.jp2

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Fonte. Mibact