Mobilitazione da Irene Grandi a Piero Pelù, “Politica non ci ignori”

Dai Subsonica a Levante, da Ermal Metal a Piero Pelù, passando attraverso migliaia di tecnici, promoter, consulenti, etichette discografiche, agenzie di booking e proprietari di live club: con il lockdown anche il settore della musica, e dello spettacolo in generale, ha subito un terribile arresto. E di aiuti concreti nemmeno l’ombra.

È per questo motivo che in queste ore monta sui social la protesta lanciata da La musica che gira, l’unione dei lavoratori del settore che, con gli hashtag #SenzaMusica e #IoLavoroConLaMusica, chiedono al governo di “tenere conto delle reali esigenze di un settore che produce cultura, contribuisce all’economia del Paese e conta centinaia di migliaia di lavoratori che hanno diritto alla stessa dignità degli altri”. Di fatto, nonostante il settore culturale produca il 16% del PIL, durante questa emergenza si è visto restituire indietro poco più dell’1% delle risorse stanziate.