Variazioni Goldberg

Compositore: Johann Sebastian Bach
Interpreti: Glenn Gould (pianoforte)
Supporto: Vinile LP
Numero supporti: 1
Etichetta: Vinyl Passion Classical
Data di pubblicazione: 12 giugno 2014
EAN: 8712177063949
Disco 1
1
Variation 1 A 1 Clav.
2
Variation 2 A 1 Clav.
3
Variation 3 A 1 Clav. Canone All’Unisuono
4
Variation 4 A 1 Clav.
5
Variation 5 A 1 Ovvero 2 Clav.L
6
Variation 6 A 1 Clav. Canone Alla Seconda
7
Variation 7 A 1 Ovvero 2 Clav.
8
Variation 8 A 2 Clav.
9
Variation 9 A 1 Clav. Canone Alla Terza
10
Variation 10 A 1 Clav. Fughetta
11
Variation 11 A 2 Clav.
12
Variation 12 Canone Alla Quarta
13
Variation 13 A 2 Clav.
14
Variation 14 A 2 Clav.
15
Variation 15 A 1 Clav. Canone Alla Quinta. Andante
16
Variation 16 Ouverture A 1 Clav.
17
Variation 17 A 2 Clav.
18
Variation 18 Canone Alla Sesta A 1 Clav.
19
Variation 19 A 1 Clav.
20
Variation 20 A 2 Clav.
21
Variation 21 Canone Alla Settima
22
Variation 22 Alla Breve A 1 Clav.
23
Variation 23 A 2 Clav.
24
Variation 24 Canone All’ Ottava A 1 Clav.
25
Variation 25 A 2 Clac.
26
Variation 26 A 2 Clac.
27
Variation 27 Canone Alla Nona
28
Variation 28 A 2 Clav.
29
Variation 29 A 1 Ovvero 2 Clav.
30
Variation 30 A 1 Clav. Quodlibet
31
Aria Da Capo
Vinili di Glenn Gould
Pianista canadese. Esordiente a 14 anni, divenne celebre nel 1955 con un’incisione delle Variazioni Goldberg di Bach e per dieci anni apparve nelle maggiori sale da concerto americane (più raramente in Europa, ma nel 1957 suonò a Berlino con Karajan). Nel 1964 interruppe l’attività concertistica, limitandosi da allora ai dischi e a sporadiche apparizioni televisive. Nondimeno la sua fama continuò a crescere dando luogo, dopo la sua morte, a un vero «culto», spiegabile con i tratti singolari della sua personalità e le sue scelte musicali controcorrente (come quella di suonare tutto Bach sul pianoforte in un’epoca di imperante filologismo), talvolta basate su intuizioni interpretative geniali, capaci di rigenerare l’ascolto e rivelare lati insospettati in pagine ben note. Poco convenzionale fu anche il suo repertorio, che andava da Sweelinck a Händel e Beethoven, sino al ‘900 (Schönberg, Bartók, Skrjabin), ma escludeva quasi del tutto i romantici, Debussy e Ravel. Affidò le sue riflessioni talvolta profetiche (per es. l’idea, poi divenuta realtà, dell’incisione discografica come un «montaggio» di esecuzioni diverse) a saggi e articoli, in parte ripubblicati in raccolte postume, fra cui, tradotte in italiano, L’ala del turbine intelligente e No, non sono un eccentrico.