Vaccino, polemiche sull’obbligo. Rischio sospensione per i medici

"Tutti gli operatori sanitari, a partire dai medici, devono vaccinarsi contro il Covid e se non vogliono essere vaccinati devono essere sospesi dal servizio perchè, appunto, non possono essere idonei al servizio che svolgono". E' la posizione espressa all'ANSA da Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma

Tutti gli operatori sanitari, a partire dai medici, devono vaccinarsi contro il Covid e se non vogliono essere vaccinati devono essere sospesi dal servizio perchè, appunto, non possono essere idonei al servizio che svolgono”.

E’ la posizione espressa all’ANSA da Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma. Ci sono cioè, sottolinea Ippolito, “delle categorie professionali che devono essere vaccinate assolutamente; questo per proteggere se stessi ma anche gli altri, per i contatti estesi che le stesse categorie devono avere con la popolazione. Chi non lo accetta non può esercitare quelle determinate professioni”. Per questo, spiega, “tutti gli operatori sanitari non possono esimersi dall’essere vaccinati, poichè rappresentano fonti di rischio per gli altri”. Dinanzi ad un rifiuto della vaccinazione anti-Covid, conclude il direttore scientifico dello Spallanzani, “andrebbero sospesi dal servizio, poichè non idonei al suo svolgimento”.

Ed ecco il primo caso. Una sanzione disciplinare per aver diffuso sul web teorie negazioniste sulla pandemia. E’ quanto ha deciso l’Asl To4 nei confronti di Giuseppe Delicati, medico di famiglia con studio a Borgaro, nel Torinese. In un video il medico sollevava forti dubbi sull’esistenza della pandemia e sull’efficacia del vaccino antinfluenzale, citando fonti non meglio specificate del Pentagono. Dopo l’inchiesta della procura di Ivrea per procurato allarme e la segnalazione all’ordine dei medici, l’Asl ha disposto la sanzione disciplinare che consiste nella riduzione dello stipendio “nella misura del 20% per 5 mesi cinque” a partire dal 31 dicembre.

Intanto solo due operatori su dieci nelle 85 rsa di Pavia è disposto a farsi vaccinare contro il Covid, un dato basso che preoccupa e non poco l’Ats. “Bisogna cogliere a pieno l’importanza di questo vaccino e gli operatori delle case di riposo non possono sfuggire a questo” ha detto alla Provincia pavese la direttrice generale di Ats Mara Azzi.”Non è pensabile – ha aggiunto -che solo il 20% degli operatori delle rsa voglia tutelarsi contro il virus. Quando si è a contatto giorno e notte con persone anziane e fragili ci sono i presupposti per pensare che nei loro confronti pesi un vero e proprio obbligo”.

Fonte Ansa