Il guardiano notturno di Louise Erdrich

La vita, la fiera identità culturale, gli amori e le lotte sociali di una piccola comunità di indiani nella riserva della Turtle Mountain, Nord Dakota, a metà degli anni cinquanta, minacciata da un disegno di legge che vorrebbe smantellare le riserve, in quello che gli indiani considerano l’atto finale dell’estinzione del loro popolo. Thomas Wazhashk, nella sua funzione di presidente tribale, unico personaggio reale insieme al senatore mormone fautore del provvedimento, riuscirà a evitare che la legge venga approvata. Su questo sfondo storico si snodano le vicende della giovane Pixie, cui è affidato il sostentamento della famiglia, delle sue inquietudini sentimentali, dell’insegnante bianco Barnes che si strugge per lei, del pugile Wood Mountain che la corteggia e la attrae. Sarà proprio lui ad accompagnarla a Minneapolis alla ricerca della sorella scomparsa nei meandri della metropoli e probabilmente vittima di loschi figuri con cui anche Pixie, inesperta ma determinata, dovrà fare i conti. Percorso da un umorismo sottile e spiazzante, popolato da personaggi acutamente tratteggiati, fra antichi rituali e irruzioni di magia che però poi trovano sempre il loro punto di caduta nella razionalità, Il guardiano notturno è il ritratto emozionante e indimenticabile di una comunità in lotta per la sopravvivenza nonostante le continue aggressioni legislative, religiose ed economiche.

COME COMINCIA
Thomas Wazhashk si sfilò il thermos da sotto l’ascella e lo poggiò sul piano d’acciaio accanto alla borsa coperta di segni. La giacca da lavoro di tela finì sulla sedia, il contenitore del cibo sul freddo davanzale della finestra. Quando si tolse il berretto imbottito, dal paraorecchie cadde una mela selvatica. Un dono di sua figlia Fee. La agguantò al volo e la collocò in bella vista sulla scrivania. Poi timbrò il cartellino. Mezzanotte. Prese l’anello delle chiavi, una torcia aziendale e cominciò il giro del pianoterra.
In quel grande spazio silenzioso, sempre silenzioso, le donne della Turtle Mountain passavano le loro giornate chine nella luce cruda delle lampade da lavoro. Le donne incollavano microscopiche sezioni di rubino, di zaffiro, o del meno pregiato granato, su sottili mandrini verticali pronte per essere forate. I rubini erano destinati ad apparecchiature del dipartimento della Difesa e agli orologi Bulova. Era la prima volta che nei pressi della riserva si creavano posti di lavoro nell’industria e quelle ambite posizioni erano coperte quasi tutte da donne. Nelle prove di abilità manuale avevano ottenuto punteggi nettamente superiori.

Louise Erdrich
Andrea Buzzi
Feltrinelli
I narratori
2021
11 novembre 2021
432 p., Brossura
9788807034763