Usa: commissione 6 gennaio, Trump al centro del tentato golpe

“Gli americani meritano una risposta.

Il 6 gennaio e le bugie che hanno portato all’insurrezione hanno messo due secoli e mezzo di democrazia a rischio.

La nostra democrazia resta in pericolo. Il complotto” all’origine dell’assalto del 6 gennaio “non è finto”. Lo afferma il presidente della commissione di indagine sul 6 gennaio, Bennie Thompson, aprendo la prima udienza pubblica sull’assalto al Congresso. “Non vi parlo come democratico o repubblicano perché la costituzione protegge tutti”, aggiunge Thompson, in base agli estratti diffusi del suo intervento. “Nel 1814 il Campidoglio è stato assalito da una forza straniera”, mentre il 6 gennaio è stato assalito da “nemici interni” su incoraggiamento di Donald Trump, aggiunge il presidente della commissione di inchiesta, descrivendo il 6 gennaio come “tentato golpe”.  “Il 6 gennaio è stato il culmine di un tentato golpe. Un tentativo sfacciato di capovolgere il governo. La violenza non è stata un incidente. E’ stato l’ultimo disperato tentativo di Trump di fermare il trasferimento di potere”, afferma Thompson. “Ho avuto tre discussioni con il presidente Trump e gli ho detto chiaramente che non credevo che le elezioni fossero state rubate” e che il tentativo di capovolgere il risultato del voto era una “cazzata” racconta l’ex ministro della Giustizia William Barr alla commissione. Nel corso della prima udienza pubblica è stato trasmesso un estratto della deposizione di Barr. “Ho detto ripetutamente” a Trump “che non vedevo prove di frode, e un anno e mezzo dopo posso dire di non aver visto nulla” che possa confermare la tesi della frode, afferma Barr. “L’obiettivo di Trump era restare al potere nonostante avesse perso le elezioni”, afferma la deputata repubblicana Liz Cheney nel corso dell’udienza pubblica della commissione di cui è componente.
Fonte Ansa