Musica, Maestro! (1)

Colonne sonore

Colonne sonore

Ma che musica, che musica Maestro!
Hai trovato la via giusta per la celebrità
Ma che musica, che musica Maestro!
Questa bella sinfonia il mondo canterà
(Pisano / Paolini / Silvestri, 1970)

Tra poco sarà passato un anno dalla morte di Ennio Morricone, uno dei più grandi musicisti contemporanei, forse di tutti i tempi. Compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra, Morricone è morto il 6 luglio del 2020 in seguito a una caduta accidentale in casa e alla conseguente frattura del femore.

Durante la sua strabiliante carriera, iniziata con lo studio della tromba (lo strumento di suo padre) al conservatorio di Santa Cecilia di Roma, il maestro Morricone ha composto oltre cinquecento brani di musica sinfonica e leggera, mostrando il proprio talento soprattutto nelle colonne sonore cinematografiche.

Nell’ultimo dopoguerra il cinema italiano viveva un’epoca d’oro, grazie al movimento neorealista e ai suoi grandi registi. Si trattava di splendidi film, spesso con attori dilettanti, che però mancavano dell’accompagnamento di una musica all’altezza; e fu così che il ventenne Ennio, a corto di denaro e in cerca di un buon lavoro, afferrò la grande opportunità di dedicarsi alle musiche per il cinema. Da allora fu un susseguirsi di meravigliose colonne sonore rimaste nella storia del cinema e nella nostra memoria collettiva. Celebri soprattutto quelle dei film diretti dal suo vecchio compagno di scuola Sergio Leone, i cosiddetti “spaghetti western”: la Trilogia del Dollaro (“Per un pugno di dollari”; “Per qualche dollaro in più”; “Il buono, il brutto, il cattivo”), e quella del Tempo (“C’era una volta il West”; “Giù la testa”; “C’era una volta in America”).

Colonne sonore di Morricone hanno accompagnato anche molti film della cosiddetta “commedia all’italiana”, genere in voga a partire dagli anni del boom economico.

La sua musica racconta tutto quello che i dialoghi e le inquadrature dei film non dicono: dalle sue note affiorano le tensioni, le emozioni, le sensazioni che non si possono esprimere a parole. Anche senza guardare i film, ascoltando la musica se ne possono rivivere le scene e i momenti più drammatici.

Tra i tanti grandi registi italiani e stranieri con cui il Maestro ha lavorato ricordiamo Gillo Pontecorvo, Elio Petri, Giuseppe Tornatore, Pedro Almodóvar, Franco Zeffirelli, John Carpenter, Brian De Palma, Bernardo Bertolucci, Warren Beatty, Oliver Stone e Quentin Tarantino, che era uno dei suoi più grandi ammiratori: per Tarantino la grandezza di Morricone era paragonabile a quella di Mozart e Beethoven.

Al maestro Morricone sono stati assegnati numerosissimi premi per le sue colonne sonore, tra cui tre Grammy Awards, quattro Golden Globes, dieci David di Donatello, undici Nastri d’Argento, due European Film Awards, un Polar Music Prize, un Leone d’Oro alla carriera, e tanti altri. Ma nonostante i molti riconoscimenti, Morricone non si montò mai la testa, rimase sempre coi piedi per terra, letteralmente: aveva infatti paura di volare, restò tutta la vita nella natìa Roma e solo una volta prese l’aereo per andare a ritirare un premio a Hollywood.

(1 – Continua)