Il badante emotivo lo riconosci da come si veste.
Mai troppo elegante, mai troppo sciallato.
Ha un suo stile low profile, la parte high la impegna nel salvataggio.
Di anime vampire, confuse dall’assordante brusio del troppo, che stroppia.
Il badante emotivo sopravvive a tutto.
Al troppo, allo stroppio.
Lui sa ascoltare, non spettegola, appare al momento giusto, non intrattiene logorroiche conversazioni sul nulla.
Piuttosto sopporta il nulla ingoiando una bibita.
Quando sparisce e’ perche’ qualcuno lo ha risucchiato e scaraventato momentaneamente nella sua vita, lo ha illuso di dargli lo spazio che merita nel mondo e non lo ha ancora buttato via, stufo della sua disponibilita’, non senza piccole lamentele, che lo rendono ancor piu’ vulnerabile.
Lui sorride, trova le parole, fa capricci sommessi sperando in una carezza sincera che a volte arriva, ma non e’ sincera.
Puo’ essere usato per il sesso consolatorio, quello che poi ti devi volatilizzare se no fai stare male chi ti ha appena usato.
Oh, lui in quel momento raggiunge l’estasi.
Diventa ottimista per due, fa ragionamenti sul futuro, immagina felicita’ e gli sembra di toccarla, stavolta e’ proprio li’, a portata di mano, ne e’sicuro.
Poi l’altro si distrae, ricarica le pile, e cerca altrove.
E lui, lui parla parla, parla anche da solo per un po’, finche’ non inciampa in un vampiro nuovo, pieno di denti non consumati, che bramano tempo, compagnia, sesso facile, ristoranti.
Se il badante e’ donna puo’ finire trasandata, poco truccata, a sottolineare l’enorme importanza dell’altro, diventa logorroica, ha dolori alla schiena, somatizza ogni piccolezza, insomma una pecetta che non si salva dal circolo vizioso di uso e abuso.
Se e’ uomo si mimetizza meglio, per questioni culturali, mica un uomo si fa manipolare facilmente, no, no, l’uomo e’ forte, e’ furbo, e’ potente, nell’immaginario collettivo e’ colui che arriva e sa cosa fare, sempre.
Immaginario, appunto.
Da decenni archiviato e sempre disatteso.
E lui, povero badante emotivo, emotivamente stracciato, mai emozionante, sempre emozionato, galleggia come una boa nell’acqua di un fiume…ferma, storta dal flusso continuo e inesorabile, rigata di giallo sporco, ormai incrostato.