I piccoli bottegai crescono…

UN GOVERNO E UNA POLITICA CHE SONO PIU DANNOSI DEL COVID… ecco alcune considerazioni che condividiamo  su chi ha espresso questo concetto di Fabio Pavesi sul Fatto oggi in edicola:

 

Nell’afflato polemico contro il governo, Bonomi dimentica il vizietto antico di molta classe imprenditoriale di bussare allo Stato, quando si mette male. L’esempio ce l’ha in casa. Il Sole 24 Ore, il quotidiano edito dalla Confindustria, chiederà l’ennesimo stato di crisi a carico dello Stato. Il costo del lavoro dei giornalisti va tagliato del 25% per far fronte alla crisi. Quindi l’ennesimo giro di cassa integrazione, e/o solidarietà e ammortizzatori pubblici. Non solo, il giornale di Confindustria chiederà di usufruire del decreto Liquidità per avere la garanzia pubblica Sace sui prestiti bancari, che evidentemente non rientrano tra i tanto esecrati aiuti “a pioggia”. Peccato che Bonomi non dica che in pancia a Confindustria ci sono ben 14 milioni di liquidità investiti in polizze e ben 50 milioni di riserve. Anziché chiedere l’aiuto pubblico, Confindustria potrebbe usare la sua liquidità per supportare il suo giornale in crisi. Quanto ai debiti non pagati della Pubblica amministrazione verso le imprese, altro cavallo di battaglia degli imprenditori, anche qui un po’ di compiti a casa non guasterebbero. Il Sole ha debiti commerciali scaduti per 5,9 milioni. Pagare i fornitori potrebbe essere un buon esempio. Non solo, Confindustria non spicca per coerenza quando c’è da far di conto. Il Sole 24 Ore è iscritto nel bilancio dell’associazione a 89 milioni di euro, come se fosse normale per un giornale che va in rosso già a livello di margine lordo, che ha patrimonio per soli 31 milioni e che capitalizza in Borsa solo 25 milioni di euro (cit. Il Fatto: Fabio Pavesi)