Piuttosto che tra cose vive potessi scrivere di Edoardo Scipioni

Edoardo Scipioni (Busto Arsizio, 1994)

 

Piuttosto che tra cose vive, potessi scrivere

Piuttosto che tra cose vive, potessi scrivere
assassinando della parola
la dimensione, la capsula di polvere estiva
o il palissandro delle conversazioni ad anni luce
dalla Zeta e l’ammoniaca delle scale.

Vengo a prenderti, la bruciatura sul polso data via
e l’insonnia per un’alba di carne frusta.

Il cielo grigio ha saturato gli alveoli, d’inerzia
e d’insaputa gli abitati trapelano
sull’arena come esche per il temporale.

Qualcuno chiede, è solo un riflesso
il cielo grigio che affligge ogni cosa? Al contempo
rifugiando meravigliose agonie
lontano dagli occhi allarmati, è solo un riflesso.

La tua figura spiccata all’arrivo tra la folla.
Inseguire la rosa grigia di un incontro frontale
legato al volo di una scia stretta dietro le tue scarpe.

(da Giaciture, Ensemble, 2021)