Torino, onde e paura 2.0

La sdraio

I filmati relativi ai fatti avvenuti a Torino durante la finale di Champions, lasciano quasi sgomenti: l’onda si propaga in un attimo, tutti fanno lo stesso movimento, all’unisono. Un fenomeno fisico fuori dal nostro controllo, come onde concentriche alla caduta di un sasso in acqua. All’improvviso ci sentiamo impotenti e di fronte a fenomeni incontrollabili. L’elemento centrale è sicuramente la pericolosità, che tante disgrazie ha causato, rappresentata dalla “folla” nei suoi movimenti improvvisi. Pericolosità moltiplicata per 10 a causa della tragica emergenza terrorismo. Sicuramente però anche i fatti inattesi possono essere maggiormente assorbiti in situazioni  più  preventivamente organizzate. Soprattutto la vendita libera di alcolici e comunque di bevande in bottiglie di vetro è assolutamente da evitare, e forse in generale le “vendite” sono da evitare. Il vetro si trasforma in un’arma mortale , in pericolosissima fonte di ferite e tagli in ogni zona del corpo in caso di fuga precipitosa, come è successo per la maggior parte dei feriti di Torino. Ma questi piccoli “mercati” spesso illegali sono tollerati dalle autorità e ben accetti dalla cittadinanza.  E’ un po’ come parcheggiare in sosta vietata o doppia fila: piccola illegalità, ma se blocchi un’autombulanza  non diventa tanto piccola (vedi P. Morosini, calciatore morto in campo mentre le auto in sosta vietata dei vigili e spettatori impedivano il passaggio dei soccorsi).

Nelle manifestazioni di questo tipo poi  il concetto di “servizio” esiste poco e nulla, e ci troviamo in affollamenti magari davanti ad un solo schermo, o senza collegamenti , o privi di vie di fuga. A Madrid i tifosi si gustavano la partita negli schermi dello stadio. A proposito di mala organizzazione a Roma è una surreale processione due punto zero lunga  chilometri,  quella che dopo un concerto serale allo Stadio Olimpico si riversa nelle strade in cerca di un mezzo pubblico o della propria lontanissima macchina.

E forse questa è l’evidenza più chiara: satelliti, cellulari , video, scanner, ultime news, sempre connessi, ma nulla si è riusciti a capire di cosa abbia scatenato i fatti di Torino, in balìa di chiunque urli una cazzata. Siamo circondati da tecnologie e dalla scienza, eppure non solo non siamo protetti dal “terrorismo”, ma le paure ancestrali e collettive, l’amplificazione gratuita dell’allarme, le fake news sono sempre in agguato, e aiutano il “sasso” a cadere, scatendando onde concentriche irrefrenabili.