La Giornata Mondiale della poesia

Nel 1999 la XXX Sessione della Conferenza Generale UNESCO ha istituito La Giornata Mondiale della poesia. Celebrata per la prima volta il 21 marzo del 2000, primo giorno di primavera, questa giornata riconosce alle espressioni in versi “un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturali, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione e della pace” (Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO). Poesia che crea, dunque, ma che unisce gruppi, popoli, veicolando emozioni eterne e universali.
Tantissime in Italia e nel mondo le iniziative che celebrano questa giornata. La Poesia per un giorno attira le attenzioni che meriterebbe, ma che il mercato editoriale le nega, per gli altri 364 giorni dell’anno.
Vorrei segnalare che l’EUNIC Cluster di Roma, un partenariato di istituzioni culturali nazionali e ambasciate europee attive nel territorio italiano, invita a partecipare oggi alle ore 18.30, presso il Conservatorio Santa Cecilia a Roma, alla serata di poesia con poeti provenienti da quindici Paesi diversi dell’Europa. Sarà un’occasione imperdibile per tutti gli appassionati di poesia e per coloro che vogliono approfondire la poesia contemporanea europea. Tutte le poesie verranno lette dai poeti in lingua originale, mentre la traduzione italiana verrà proiettata in simultanea su uno schermo luminoso. L’incontro sarà accompagnato dalle esibizioni degli studenti del Conservatorio.
Infine un ultimo suggerimento per festeggiare degnamente questa giornata dedicata alla Poesia: leggetela!

Muoiono i poeti
ma non muore la poesia
perché la poesia è infinita
come la vita. (Aldo Palazzeschi)
Accendere una lampada e sparire
Questo fanno i poeti
Ma le scintille che hanno ravvivato
se vivida è la luce durano come i soli. (Emily Dickinson)
La poesia è il salvagente
cui mi aggrappo
quando tutto sembra svanire.
Quando il mio cuore gronda
per lo strazio delle parole che feriscono, dei silenzi che trascinano verso il precipizio.
Quando sono diventato così impenetrabile
che neanche l’aria
riesce a passare. (Khalil Gibran)

La poesia è l’arte di far entrare il mare in un bicchiere.
(Italo Calvino)

Gentile
Ettore Serra
poesia
è il mondo l’umanità
la propria vita
fioriti dalla parola
la limpida meraviglia
di un delirante fermento.
Quando trovo
in questo mio silenzio
una parola
scavata è nella mia vita
come un abisso. (Giuseppe Ungaretti)

Musica, prima d’ogni cosa… (P. Verlaine)

Accadde in quell’età… La poesia
venne a cercarmi. Non so da dove
sia uscita, da inverno o fiume.
Non so come né quando,
no, non erano voci, non erano
parole né silenzio,
ma da una strada mi chiamava,
dai rami della notte,
bruscamente fra gli altri,
fra violente fiamme
o ritornando solo,
era lì senza volto
e mi toccava.
Non sapevo che dire, la mia bocca
non sapeva nominare,
i miei occhi erano ciechi,
e qualcosa batteva nel mio cuore,
febbre o ali perdute,
e mi feci da solo,
decifrando
quella bruciatura,
e scrissi la prima riga incerta,
vaga, senza corpo, pura
sciocchezza,
pura saggezza
di chi non sa nulla,
e vidi all’improvviso
il cielo
sgranato
e aperto,
pianeti,
piantagioni palpitanti,
ombra ferita,
crivellata
da frecce, fuoco e fiori,
la notte travolgente, l’universo.
Ed io, minimo essere,
ebbro del grande vuoto
costellato,
a somiglianza, a immagine
del mistero,
mi sentii parte pura
dell’abisso,
ruotai con le stelle,
il mio cuore si sparpagliò nel vento. (Pablo Neruda)

Ad alcuni piace la poesia
ad alcuni cioè non a tutti.
E neppure alla maggioranza ma alla minoranza.
Senza contare le scuole dove è un obbligo
e i poeti stessi
ce ne saranno forse due su mille.
Piace
mi piace anche la pasta in brodo,
piacciono i complimenti e il colore azzurro
piace una vecchia sciarpa
piace averla vinta
piace accarezzare un cane.
La poesia
ma cos’e’ mai la poesia?
Più d’una risposta incerta
e’ stata già data in proposito.
Ma io non lo so,
non lo so e mi aggrappo a questo
come alla salvezza di un corrimano. (Wislawa Szymborska)

Amai trite parole che non uno
osava. M’incantò la rima fiore
amore,
la più antica difficile del mondo.

Amai la verità che giace al fondo,
quasi un sogno obliato, che il dolore
riscopre amica. Con paura il cuore
le si accosta, che più non l’abbandona.

Amo te che mi ascolti e la mia buona
carta lasciata al fine del mio gioco. (Umberto Saba)

E tutti noi costretti dentro
le ombre del vino
non abbiamo parole nè potere
per invogliare altri avventori.
Siamo osti senza domande
riceviamo tutti
solo che abbiano un cuore.
Siamo poeti fatti di vesti pesanti
e intime calure di bosco,
siamo contadini che portano
la terra a Venere
siamo usurai pieni di croci
siamo conventi che non hanno sangue
siamo una fede senza profeti
ma siamo poeti.
Soli come le bestie
buttati per ogni fango
senza una casa libera
nè un sasso per sentimento. (Alda Merini)

Quella sera che ho fatto l’amore
mentale con te
non sono stata prudente
dopo un po’ mi si è gonfiata la mente
sappi che due notti fa
con dolorose doglie
mi è nata una poesia illegittimamente
porterà solo il mio nome
ma ha la tua aria straniera ti somiglia
mentre non sospetti niente di niente
sappi che ti è nata una figlia. (Vivian Lamarque)

Infine concludo con una mia tratta dalla raccolta “Istanti lunghi come coltelli”

Poesia
è questa notte che regalo a te.
E’ il gemito dei nostri corpi
che non si toccano.
E’ il doppio senso
della realtà.