Uno sguardo dal ponte – Teatro Ghione

Sebastiano Somma, in maniera egregia, dà vita ad uno dei capo capolavori di Arthur Miller che, attraverso il personaggio di Eddie Carbone propone una complessa e travagliata storia intima e al contempo quella di un intero paese.
“Uno sguardo dal ponte”, pièce del 1955, attualissima, come tutti i lavori di Miller è una fotografia, umana, forte e drammatica degli immigrati, nei quartieri malfamati e portuali della New York degli anni 50.
La storia di tanti emigrati malinconici del dopoguerra italiano che, tristi, con la loro terra nel cuore ma speranzosi partivano verso un sogno ed una condizione economica migliore. La povertà, la brulicante e pesante forza d’animo di uomini in bilico su quel ponte, tra i costumi della propria terra, mai dimenticata, ed un tessuto sociale totalmente sconosciuto e di cui non comprendono le regole. Eddie Carbone, personaggio non facile nella complessità del proprio animo, Miller lo vede sufficientemente integrato ed adattato ad una vita comunque difficile e di stenti. Vive con la moglie Beatrice e la giovane nipote Catherine che ha cresciuto sin da piccola come una figlioccia, attento ad inculcarle quei comportamenti e valori che rappresentano il pilastro della vita e della sua famiglia. Eddie, in balia delle sue morbose pulsioni di uomo sanguigno e torbidamente innamorato della nipote 18enne sarà messo a dura prova dall’arrivo di due cugini, ospiti clandestini nella sua abitazione. La loro presenza accelererà la lotta tra Ragione e Passione fino al baratro e alla tragedia finale. L’uomo, in un crescendo unicamente agito attraverso comportamenti disorientanti si accorge che la gelosia nei confronti della nipote non è più un sentimento protettivo bensì inconfessabile ossessione d’amore ed invidia nei confronti del giovane Rodolfo, innamorato di Catherine. Preda dei suoi sentimenti, benché messo in guardia dall’avvocato dei poveri, voce narrante in palcoscenico, sarà Eddie a denunciare i due nipoti. La potente ed efficace regia di Enrico Maria Lamanna, così attenta agli animi ed applaudito in sala, incolla lo spettatore per 1 ora e 40 ad un turbinio di emozioni che si muovono da un personaggio all’altro, con buona aderenza al testo.Sebastiano Somma, forte, volitivo e robusto, interpreta bene il suo ruolo. Brava anche Sara Ricci nel ruolo della moglie, sì sottomessa ma attenta anche alla morale e ad giustizia comportamentale da percorrere. Musiche d’effetto di Pino Donaggio, e la scena grigia, volutamente in penombra accompagna perfettamente il testo. Bravi tutti, anche la voce narrante, l’avvocato della povera gente. Spettacolo che non ha niente da invidiare alla messa in scena del 2003 di Patroni Griffi che vedeva protagonista Sebastiano Lo Monaco.

Dal 19 al 24 novembre

di Arthur Miller trad. Masolino D’Amico

con Sebastiano Somma
musiche Pino Donaggio
regia Enrico Maria Lamanna