Buon lavoro! (4)

Intelligenza o coscienza?

Intelligenza o coscienza?

Se ogni decisione – e quindi di fatto l’autorità – sarà trasferita ad algoritmi dotati di intelligenza superiore (ma senza coscienza), presto potranno essere le macchine e i robot a gestire non solo il nostro lavoro, ma tutta la nostra vita: la nostra salute, i nostri divertimenti, la cultura, l’alimentazione… Già oggi la rete e i “social network” selezionano per noi prodotti, intrattenimento e persino notizie, secondo algoritmi che noi non controlliamo.

Certo, per scongiurare conseguenze sociali indesiderate, i governi potrebbero decidere di rallentare gli sviluppi e le applicazioni dell’automazione (introducendo limitazioni e normative etiche, come accade con l’eugenetica o la sperimentazione umana), ma questi freni non potranno resistere per sempre, visto che le industrie sono in mani private e spesso al di sopra dei governi nazionali. Pensiamo solo alla fatica che le istituzioni fanno per tenere a bada e reprimere gli abusi di colossi della rete come Facebook e Google.

Oltre alla disoccupazione di massa, ci fa paura dunque anche affidare le nostre vite, i nostri destini e i nostri desideri ai robot, agli algoritmi e a coloro che li controllano dalle loro “torri d’avorio”. Se non stiamo attenti, l’intelligenza artificiale minaccia di fare agli esseri umani quello che gli umani hanno fatto in passato alle altre specie animali (o che i conquistatori hanno fatto alle popolazioni sottomesse, in Africa o nelle Americhe), schiavizzandole, ignorandone le emozioni e vedendoli solo come cibo o forza lavoro da sfruttare.

Gli effetti della tecnologia dipendono dal modo in cui questa viene utilizzata, il problema non è la tecnologia in sé quanto piuttosto il suo rapporto con l’uomo. C’è un dilemma che dovrebbe assillare politici, scienziati, e tutti noi: cosa riteniamo più importante e rilevante per il futuro della specie umana, l’intelligenza o la coscienza? Con le tecnologie che progrediscono molto più velocemente del cervello umano, robot e algoritmi senza coscienza né consapevolezza diverranno sempre più intelligenti, molto più degli esseri umani coscienti. Chi e come sopravviverà?

Per poter rispondere a questa domanda ci sarà parecchio lavoro per politici, psicologi, sociologi, biologi, informatici e per ognuno di noi, prima che sia troppo tardi. E per questo non ci resta che augurare a tutti… buon lavoro!

(4 – Fine)