GLORIA!

Il film incomincia e siamo già dentro la musica, fatta dei suoni quotidiani di chi pulisce l’aia con la scopa di saggina, di chi sbatte le lenzuola per stenderle, affetta carote sul tagliere di legno, chiama a raccolta i bambini, o i pulcini pigolanti. Attività di contadine, attività essenzialmente di donne, perché siamo nel 1800, a Venezia, in un orfanotrofio per ragazze governato da un prete (Perlina, interpretato da Paolo Rossi) avaro e arrogante, e accudito da un inserviente discreto e attento (Elio, senza Le storie tese).

In questo orfanotrofio alle fanciulle viene insegnata la musica e molte di loro diventeranno valenti strumentiste o compositrici, ma nella maggior parte dei casi moriranno sconosciute. Non è una storia di fantasia questa, ma una realtà che a Venezia in quell’epoca era la norma, finché questi rifugi per bambine sole non furono chiusi e dimenticati anche i loro nomi.

Teresa, una ragazza che ha un orecchio musicale assoluto e riconosce sinfonie nei suoni della natura, fa la sguattera nell’orfanotrofio e ha il destino gramo di una giovinetta povera del tempo: merce da usare. Il vecchio prete la sorveglia e la minaccia di abbandonarla al suo destino e lei tace, ma d’altronde è muta, o perlomeno, così pare.

Per fortuna a Perlina arriva un bellissimo pianoforte in dono da una nobildonna tedesca, ma quella diavoleria moderna è considerata quasi il male assoluto, e il pianoforte finisce in cantina per la gioia di Teresa e di alcune delle orfane, le più dotate musicalmente

Nelle lunghe notti, in attesa che arrivi il Papa in persona a nobilitare l’istituto, le giovanissime musiciste si cimentano col coro, i loro violini e quello strumento duttile e sonoro che è il pianoforte. E Teresa scopre la sua vena musicale… quasi un jazz ante litteram.

La vicenda si svolge all’ombra della rivoluzione francese, la cui eco, lontana nello spazio, ma non così tanto nel tempo, investe appieno le aspirazioni delle ragazze. Gli incontri notturni nella “sala da musica” improvvisata, le intemperanze di Perlina alle prese con una composizione dedicata al Papa che non riesce proprio a scrivere e la pulsione sempre più forte delle giovani donne a liberare sé stesse e le proprie ambizioni una volta per tutte sono la sostanza del racconto che ci conduce verso un finale trionfante.

Margherita Vicario è una giovane cantautrice, attrice, rampolla di una famiglia votata allo spettacolo: la nonna, cui assomiglia molto, era Rossana Podestà, il nonno Marco Vicario, regista e produttore di fama, suo padre Francesco è un regista televisivo (tra l’altro ha firmato molte puntate de  I Cesaroni). Con questo film Margherita passa alla regia e lo fa con un certo piglio aggraziato e deciso che ci ha appassionato.

Il prezioso ottimismo che conferma l’idea dell’unione delle donne come forza vitale, al di là degli amori finiti, degli uomini fedifraghi e arroganti, delle tristezze sociali, porta in nuce la gioia di vivere appieno quel che la vita concede, che sia un pianoforte nascosto o la morte improvvisa ma liberatoria di un nemico, che ci restituisce la vita vera e anche, a volte, la parola.

Gloria! è un film da vedere, come una bella favola che ha il potere di scacciare per un po’ questo momento storico assai cupo, e che ci auguriamo ci lasci anche la speranza che ancora non tutto è perduto.

 

GLORIA!

Regia di Margherita Vicario

con Galatéa Bellugi, Carlotta Gamba, Veronica Lucchesi, Mariavittoria Dallasta, Paolo Rossi, Elio

Genere Drammatico

Italia, Svizzera, 2024

durata 100 minuti

Uscita cinema giovedì 11 aprile 2024

distribuito da 01 Distribution.