Il pranzo della domenica

La sdraio

Iniziata, parliamo della settimana, con Halloween, finisce con i litigi tra 5s e Lega perché non può essere diversamente.
Ma non vogliamo parlarne questa domenica, ne avremo possibilità e tempo in futuro.
Vogliamo invece porre alla Vostra attenzione un articolo presente sull’ultimo numero del magazine “Internazionale” scritto da Slavoj Žižek che ha attirato la mia e spero attirerà la vostra curiosità, un modo diverso di vedere qualcosa che a noi tutti sembra scontata e che spero ci spingerà ad approfondire e riflettere.
Slavoj è un filosofo e studioso di psicoanalisi sloveno.
(Il suo ultimo libro è “Meno di niente” – Ponte alle grazie 2017).
Spiegato chi è ora passiamo al suo articolo:
“Dobbiamo uscire dalla bolla del capitalismo”.
Un estratto:

“Colonne di profughi in fuga dall’Honduras
si stanno avvicinando al confine
degli Stati Uniti passando per il Messico.
Alcuni migranti africani hanno abbattuto
una recinzione e sono entrati
nella piccola enclave spagnola di Ceuta.
Questi due fatti lanciano un segnale geopolitico. Nel
suo libro Il mondo dentro il capitale (Meltemi 2006) il
filosofo tedesco Peter Sloterdijk ha spiegato che nell’attuale
globalizzazione il capitalismo determina tutte le
condizioni di vita. Il primo indizio è stato il Crystal palace
di Londra, sede della prima esposizione
universale nel 1851: dalla sua struttura
emergeva il carattere non inclusivo
della globalizzazione, in cui un mondo in
espansione ha dei confini invisibili ma
impenetrabili dall’esterno. Oggi questo
mondo è abitato da un miliardo e mezzo
di vincitori ma ne lascia fuori tre volte
tanti. Quindi, scrive Sloterdijk, “il mondo
dentro il capitale non è un’agorà o una
iera a cielo aperto, ma una serra che ha
trascinato al suo interno tutto quello che
un tempo era fuori”. Questo interno, costruito
sugli eccessi del capitalismo, determina tutto.
“La scoperta fondamentale dell’era moderna non è stata
che la Terra gira intorno al Sole, ma che il denaro gira
intorno alla Terra”, aggiunge.”

Sloterdijk afferma quindi che la
globalizzazione e il capitalismo non significano solo apertura,
ma anche chiusura che separa l’interno dall’esterno.
Gli aspetti sono inseparabili: “l’espansione globale del
capitalismo si basa sul modo in cui introduce una rigida
divisione di classe, separando quelli che sono protetti
dalla bolla da quelli che ne sono fuori“.

E’ facile quindi alla luce di questo, pensare alla situazione politica Italiana ed Europea e alle implicazioni che ormai sono cosi intrecciate con la realtà quotidiana anche se sembrano lontane.

Buon pranzo.