Notte infuocata tra sicurezze, sorprese e delusioni al Golden Globe

 

Notte infuocata tra sicurezze, sorprese e delusioni. In primis quella del regista di ‘The Irishman’, che era tra i favoriti. Il miglior film è ‘1917’ di Sam Mendes, Quentin Tarantino è il miglior sceneggiatore per ‘C’era una volta a… Hollywood’. E le donne? Renée Zellweger premiata per ‘Judy’.

Vi farà piacere sapere che è l’ultima volta che presento questi premi. Non me ne frega più niente”. Esordisce così il comico inglese Ricky Gervais, l’ideatore della serie tv “The Office” che, dopo quattro edizioni nelle vesti di host “genio e sregolatezza”, quest’anno saluta Hollywood e i Golden Globe Awards direttamente con un “F*** Off”, bippato in diretta su NBC. Sarà la pressione per lo scandalo dello scorso anno, quando il collega Kevin Hart, chiamato dall’Academy per presentare gli Oscar, è stato costretto a fare marcia indietro per dei tweet postati nove anni prima. Non che i Globe abbiano lo stesso peso: il New York Times, nel pezzo di Brooks Barnes e Nicole Sperling, gli autori che per primi hanno criticato l’organizzazione perché nella short list di candidati non appaiono abbastanza donne, dà un colpo di stocco. Il grande schermo si fa sempre meno “irlandese” (le cinque nomination del film-testamento di Martin Scorsese non sono andate in buca e Netflix si è preso solo un premio) e sempre più Spaghetti-Hollywood con il successo di C’era una volta a… Hollywood (miglior film commedia o musical, distribuito da Sony) e il boom di Quentin Tarantino, miglior sceneggiatore, e Brad Pitt, miglior attore non protagonista. Sam Mendes trionfa con il film di guerra 1917 da lui prodotto, co-scritto e diretto come un’unica sequenza continua: l’HFPA lo incorona miglior regista e chiude le danze proclamando il film distribuito da Universal miglior film drammatico Intanto, durante una serata dove la storia (vera) l’ha fatta solo Awkwafina – la star di The Farewell – Una bugia buona (in Italia con Bim) è la prima artista di discendenza asiatica a vincere il Golden Globe nella categoria migliore attrice e la sesta ad essere nominata nella sezione commedia o musical – nelle mire di Gervais è finita Felicity Huffman, l’attrice di Desperate Housewives spedita qualche giorno in prigione per le mazzette pagate per imbrogliare i test di ingresso della figlia al college. Si passa al giornalista dell’inchiesta che ha scatenato il #MeToo: “I top film executives hanno una cosa in comune: sono tutti terrorizzati da Ronan Farrow” se la ride Gervais. Poi la politica: il presentatore fa notare quanto antiquati siano i premi della Hollywood Foreign Press. “La cerimonia dovrebbe solo ringraziare Netflix. Ho uno show proprio su Netflix, Afterlife, su un uomo che pensa al suicidio dopo la morte della moglie.