Toshiro Mifune – cento anni

Un nome indissolubilmente legato a quello di uno dei giganti del cinema, ossia il maestro Akira Kurosawa. Con lui Toshiro Mifune, di cui ricorre il centenario, ha girato la bellezza di sedici film. A riguardo, uno dei più importanti e stretti collaboratori di Kurosawa, Teruyo Nogami, ebbe a dire: «senza Toshiro Mifune i film di Akira Kurosawa non sarebbero mai esistiti».

Un’affermazione senz’altro forte, che però dà la dimensione. D’altronde lo stesso Kurosawa non tenne per sé certo tipo di considerazioni: «Mifune possedeva quel tipo di talento che non ho mai visto prima nel cinema giapponese. Più di ogni altra cosa, era la velocità attraverso cui si esprimeva che lasciava di stucco. Un normale attore giapponese potrebbe avere bisogno di tre metri di pellicola per lasciare un segno; a Mifune ne bastava meno di uno».

Biografia

Toshiro Mifune nasce il giorno 1 aprile 1920 nella piccola localtà di Tsingtao, in Cina, nella regione della Manciuria.

Figlio di genitori giapponesi missionari in Cina, cresce secondo le usanze e i costumi cinesi, frequentando la High School, a Port Arthur.

Dopo essersi diplomato il giovane Toshiro si iscrive alla scuola di fotografia, in seguito si arruola nelle Forze Aeree dell’esercito imperiale giapponese per tutta la durata della seconda guerra mondiale, dove troverà il tempo di fotografare alcune scene di guerra.

Finita la guerra lascia l’esercito all’età di 25 anni (1945) e s’incammina verso “la grande città” (in questo modo era chiamata la città di Tokyo) per trovare un lavoro come fotografo. Arrivato a Tokyo cambia idea, e nel 1946 riesce a trovare un lavoro come assistente cameraman nello studio cinematografico Toho.

Sempre più affascinato e attirato dal mondo del cinema giapponese (che doveva essere ristrutturato), si iscrive ad un breve corso chiamato “New Faces”, dove però purtroppo viene scartato, tuttavia in quella selezione viene notato dal grande regista giapponese Kasiro Yamamoto, il quale lo raccomanda al collega Seukichi Taniguchi, il quale lo dirigerà nel suo primo film, dal titolo “Shin Baka Jida” del 1947.

Dopo il suo esordio Toshiro Mifune conosce e diventa amico del futuro maestro dei registi giapponesi, il grande Akira Kurosawa che lo dirigerà in circa sessanta lungometraggi (un connubio perfettamente indovinato); ancora in vita, sia Mifune che Kurosawa, diventeranno delle leggende della cinematografia giapponese e mondiale.

Nel 1948 è protagonista nel movie-drammatico “L’angelo ubriaco”, mentre nel 1950 è l’attore principale nel drammatico cult intitolato “Rashomon” (entrambe i film sono diretti da Akira Kurosawa), lungometraggio dai pronunciamenti morali e stilistici molto alti, con tanto di simboli, che danno un’efficacia di notevole rilievo per catturare le giuste lodi dalla critica cinematografica, film affascinate e contorto nello stesso tempo, dove Toshiro Mifune dà prova di essere un grande attore, scandendo i tempi della sua recitazione a volte sobria e pulita e di colpo agressiva e grintosa.

Ed è proprio il suo modo di recitare che rende Toshiro Mifune uno dei più grandi attori del cinema mondiale, sapendo interpretare qualsiasi tipo di ruolo gli venga proposto.

Nel 1950 sposa Sachiko e, nel novembre dello stesso anno, la moglie dà alla luce il figlio Shiro.

Nel 1954 si rende protagonista nel capolavoro drammatico “I sette samurai”, un lungometraggio molto bello, importante e coinvolgente, dove la trama non si limita ad una storia del medioevo giapponese, ma vuole rappresentare il Giappone del dopoguerra; il suddetto lungometraggio diventerà una pellicola di culto per tutti gli attori e registi del mondo. Hollywood ne farà un remake altrettanto vincente, intitolato “I magnifici sette” (1960, di John Sturges, con Yul Brynner, Eli Wallach, Steve McQueen, Charles Bronson e James Coburn).

Nel 1955 nasce il secondo figlio, Takeshi. Due anni più tardi Mifune recita nel movie-drammatico “Il trono di sangue”, riedizione di Kurosawa del Macbeth di Shakespeare. Nel 1961 è protagonista di “Yojimbo”, film per il quale Mifune viene premiato come migliore attore al Festival di Venezia.

Nel 1962 è l’attore protagonista di un altro capolavoro drammatico, intitolato “Sanjuro” diretto dall’inseparabile Kurosawa.

L’anno seguente è la volta del movie-thriller “Anatomia di un rapimento”; nel 1963 fonda anche una sua casa di produzione cinematografica, ed esordisce come regista nel film intitolato “The legacy of the five hundred thousand”.

Due anni dopo si ripropone con un film di avventura, dal titolo “Le avventure di Takla Kan” (diretto da Senkiki Taniguchi) tipico lungometraggio giapponese, improntato al misticismo del suo popolo; nel 1965 è anche l’attore principe nel film “Akaige – Red Beard” diretto da Akira Kurosawa, dove per la seconda volta vince come migliore attore protagonista la coppa Volpi al Festival di Venezia.

Nel 1968 è protagonista con Lee Marvin nel drammatico “Duello nel pacifico”, diretto da John Boorman; nel 1971 recita con altri grandi attori del calibro di Charles Bronson e Alain Delon in una produzione italiana, spagnola e francese: il western-movie “Sole rosso” (diretto da Terence Young); nel 1976 è l’interprete principale con David Niven del bel lungometraggio di avventura “Buona fortuna maggiore bradbury” (diretto da Ken Annakin).

Nel 1979 è co-protagonista insieme alla stella nascente della comicità americana Dan Aykroyd, nel movie-commedia “1941: Allarme a Hollywood” diretto da Steven Spielberg, dove si vede recitare anche il talentuoso e compianto John Belushi. Dopo appena un anno, Mifune recita nella serie tv dal titolo “Shogun”, mini-serie tratta dal romanzo best-seller di James Clavell. I produttori del telefilm ne ricavano un lungometraggio di avventura, dal titolo “Shogun – il signore della guerra” diretto da Jerry London. Nel 1981 riceve l’emmy award, come migliore attore protagonista della tv americana.

Nel 1982 nasce la figlia, Mika.

Passano alcuni anni e nel 1989 ritroviamo Mifune come interprete principale del film drammatico “Morte di un Maestro del Tè” (diretto da Kei Kumai): il film vince il Festival di Venezia.

Nel 1993 recita nel suo ultimo lungometraggio di avventura, intitolato “L’ombra del lupo”, diretto da Jacques Dorfmann.

Due anni dopo la moglie Sachiko si ammala gravemente e il 15 settembre 1995 si spegne per un male incurabile. Dopo 45 anni di matrimonio, Toshiro Mifune viene colto da una forte depressione: in questo frangente contrae una forma tumorale. Muore il 24 dicembre
1997 nella città di Mitaka.

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