Pasqua significa passaggio: la Pasqua ebraica celebra il passaggio del mar Rosso del popolo ebraico in fuga dall’Egitto.
Anche la Pasqua cristiana è un passaggio: dalla morte alla nascita, alla ri-nascita di un uomo buono, di un Messia che predicava amore, uguaglianza, fraternità e solidarietà.
Una Pasqua singolare questa che ci accingiamo a celebrare oggi.
Questo temibilissimo virus, nel vuoto del fare e del dire, ci costringe a pensare.
Pensare è sconsigliato per chi non è abituato, diceva il poeta*. Eppure è una funzione interessante il pensiero. Ricominciamo a argomentare, analizziamo un concetto da vari punti di vista. Da angolazioni diverse uno stesso tema ci può mostrare aspetti incredibilmente nuovi. E’ un esercizio che dà ottimi risultati in molti settori, tra cui la relazione sociale. Ora che non possiamo frequentare gli altri, incominciamo a ri-pensarli proprio come se avessimo davanti un’altra forma di noi. Così sperimenteremo una Pasqua come passaggio a un altro sentire, più oggettivo, più solidale, più fraterno.
Ne abbiamo bisogno prima di affrontare la libera uscita, quando arriverà.