Storia di Ada. Nata in Italia e morta a Sparta

La sdraio

Ada è mia madre. 

Chi legge probabilmente la ricorderà avendone già parlato qui.
Ada oggi è molto malata ed è su un lettino di quelli snodabili che permettono di alzarla un po’ come in Ospedale. Ed è a casa.
Ma andiamo per ordine.

Purtroppo da un po’ più di quattro anni non deambula. Ha demenza senile. Deve essere aiutata nelle principali funzioni. Due settimane fa per una sua forte febbre preoccupato chiamo il 118 che la porta in Ospedale come sospetto covid. Il tampone smentisce e alla fine viene curata in sub terapia intensiva per grave infezione urinaria. Stava molto male e i medici nel momento del ricovero erano pessimisti.
Ma Ada è un leone di segno e di fatto, risponde bene.
Non la fanno mangiare ne bere però e la idratano via flebo. Sospettano che non riesca a deglutire bene e possa “strozzarsi”.

Durante una mia visita (le visite erano permesse solo mezz’ora al giorno) uno dei medici mi chiede di essere presente ad una prova: prende uno yogurt e un cucchiaino e inizia a imboccare una riluttante Ada. Tre cucchiai. Non provano a farla bere di fronte a me. Quindi sempre lo stesso medico mi dice: bene deglutisce, fra un paio di giorni massimo la dimettiamo anche perché qui è a rischio di polmonite e peggio…
Due giorni dopo una telefonata dell’ ospedale mi avverte che e’ in uscita a “tale” ora. Trovare un’ambulanza privata (quelle pubbliche non prevedono di riportare a casa i pazienti non deambulanti ma solo da struttura pubblica a struttura pubblica) in tempo di Covid non è stato facile in poco tempo, né economico. L’ambulanza la prende in reparto (non mi hanno fatto entrare) e la portiamo a casa.
I due infermieri dell’ambulanza mi danno quindi un referto di rilascio che avevano avuto in reparto e mi avvertono che l’ospedale aveva provveduto ad attivare il CAD (centro assistenza domiciliare). Per cosa l’ho capito dopo, a mie spese.

Ada ora è a casa.
Aveva il catetere con la sacca e il  pannolino per i bisogni e piaghe da decubito. E aveva ancora l’ago della flebo in vena, non glielo avevano tolto, un errore molto grave. Telefono in ospedale facendo presente la cosa: chiedono scusa e mandano un infermiere a toglierlo!


Comunque ora non sapevo come gestirla. Metto un letto in salone e lo appoggio al muro da un lato per evitare che cadesse e dall’altro metto delle poltrone.
Dopo qualche telefonata al reparto dell’ospedale capisco che avevano attivato il CAD per un infermiere che doveva gestire solo le piaghe da decubito e catetere e che comunque il lunedì successivo sarebbe venuto il medico dell’Adi (assistenza domiciliare integrata) a verificare l’occorrente.

Era presente nel referto di rilascio anche una lista da presentare all’ASL per un letto terapeutico, le sponde, cateteri vari…

Nel frattempo Ada non riusciva a bere ne a mangiare. Sia per la posizione su un letto inadatto sia per sua difficoltà. Attivo quindi una signora per gestirla mattina e sera nei pannolini ad accudirla per la pulizia e vado di corsa a prendere in affitto il letto terapeutico e le sponde in attesa che arrivi quello della Asl (mia madre riuscirà a vederlo?)
Continua a non bere. Riusciamo a farla bere solo usando una cannuccia, ma non è sufficiente. Spiego al medico di base che mi fa immediatamente una ricetta per il CAD. Era venerdì della scorsa settimana. Va consegnata a mano ma lunedì, non prima. Ma Ada era disidrata!
Disperato trovo una infermiera a pagamento che può aiutarmi per le flebo. Compro tutto il necessario e finalmente Ada è idratata. L’ospedale non aveva assolutamente previsto tale necessità!!

Arriva lunedì e arriva anche una telefonata dell’ Adi per disdire la visita del medico perché (testuali parole della persona che mi ha contattato) LORO hanno paura del Covid.
Mi fanno quindi un’intervista al telefono per capire di cosa aveva bisogno mia madre… !
Mi mandano una mail con moduli da firmare e rinviare loro e mi chiedono di farmi fare dal medico di
base una richiesta per un Fisiatra per Ada da presentare a mano all’ASL.

Ma Cristo loro sono una parte dell’ASL!

Insomma il Fisiatra arriverà il 5 gennaio.

Ora però mi chiedo ma soprattutto chiedo a Zingaretti massimo responsabile della regione Lazio e per estensione del SSN del Lazio se mi sa spiegare perché per contattare il Centro assistenza domiciliare le persone non deambulanti come mia madre ad ogni ricetta per una visita specialistica la devono presentare a mano alla Asl mentre i normodotati hanno la possibilità di farlo anche telefonicamente tramite CUP/recup?

Zingaretti confessa sei una mente perversa…

Ada sta morendo, a casa,  per liberare spazio a chi è malato di covid. Ha bisogno quotidiano di tre tipi di flebo per bere, nutrirsi e per le vitamine perché ormai è in uno stato “semi soporoso”.

Queste sono le ultime news da Sparta

Il Campus Bio-medico l’ha dimessa in queste condizioni: