
E’ notizia di qualche giorno fa: da una ricerca Istat si stima che 8 milioni 816 mila donne fra i 14 e i 65 anni (43,6%) nel corso della vita abbiano subito qualche forma di molestia sessuale. Ora per favore non storcete il naso, non dite “Ancora?! Ancora a parlare di questa storia?”.
Ne parlo perché più se ne parla meglio è, ma anche perché vorrei proporvi un esercizio di memoria. E vorrei proporlo alle donne e agli uomini.
Ricordatevi gli sguardi, i gesti, le parole a sfondo sessuale che vi hanno messo a disagio, quando eravate più giovani, o anche recentemente.
L’incontro con un esibizionista a 11 anni, per esempio, le parole misteriose, ma alquanto schifose, pronunciate da un qarantenne a voi e a una vostra amica tredicenni in mezzo alla strada, i palpeggiamenti sull’autobus, le avances di un signore in età che non vuole stare a sentire i vostri ripetuti no.
Ho fatto qualche esempio, poche cose e di gravità minima, che voi potrete sostituire con i vostri.
Credo che raccontare certi vissuti, tra donne e con gli uomini che conoscete, sia di grande utilità. Per voi, perché date loro un’importanza diversa, e per chi ascolta, che le confronterà con le proprie e si renderà conto che certe esperienze hanno regolato alcune tendenze, un certo sentire, abitudini, che poi sono diventate la consuetudine, la norma.
Anche ai maschi è capitato e capita di essere molestati. Una volta in una riunione di sceneggiatura ne parlammo, e tre uomini sui sette presenti avevano subito avances a scuola, all’oratorio o da adulti del loro entourage familiare.
Per la prima volta l’Istat ha fatto rilevamenti anche in questo senso: si stima che 3 milioni 754mila uomini abbiano subito molestie sessuali nel corso della loro vita (18,8%), 1 milione 274 mila negli ultimi tre anni (6,4%).
Fortunatamente queste molestie che ricordate e di cui si parla non si sono necessariamente trasformate in violenza vera e propria, ma si tratta comunque di approcci non desiderati che possono segnare la sessualità sana di un giovane – che sia maschio o femmina. E la sua vita.
Perché succede tutto questo? Perché abbiamo questa idea del sesso come scambio ricattatorio, come tramite per possedere l’altro?
Lo stupro contro le donne è la pratica comune in tutte le invasioni, in tutte le guerre di tutti i tempi. Ho letto recentemente che in certe carceri libiche lo stupro dei detenuti politici era la quotidianità, per piegare qualunque volontà.
Personalmente non credo ci sia alcun piacere a stuprare un essere indifeso, se non quello sadico di una mente in difficoltà. La dominazione di un altro attraverso la violazione del suo corpo si chiama tortura.
Il sesso è uno dei campi preferiti per esercitare il potere, e invece dovrebbe essere un esercizio di piacere. Quanto malessere c’è in questa modalità?
Un altro dato Istat: il 97,7% degli autori delle molestie sessuali riservate alle femmine sono uomini, l’85,4% degli autori delle molestie sessuali riservate ai maschi sono uomini.
Questo non significa che le donne siano angeli, ma solo che c’è stato storicamente un misunderstanding sulla rappresentazione del sesso forte e doversi mostrare maschi ad ogni costo dev’essere a volte sconvolgente per alcune anime fragili e di vocazione violenta.
Ogni pulsione che si prova ha valenze positive e negative, una sana educazione ai sentimenti e alle emozioni, sapere che cosa sento e fin dove posso arrivare forse non mi salva da gesti sbagliati, ma tiene a bada molti errori possibili.
Lasciamo che i dati parlino da soli e lavoriamo su noi stessi, con la memoria e con la riflessione personale. La consapevolezza oramai è d’obbligo.