Bilanci personali in solitudine

….E se a casa siamo da soli? Non c’è la difficoltà di rivedere rapporti difficili, ma c’è l’angoscia della solitudine. E una serie di cose da mettere in atto per cercare di stare bene, o perlomeno di non stare troppo male.

Intanto riprovare cose che non facevamo da tempo. Da ragazzi abbiamo dipinto a olio, lavorato ai ferri, suonato uno strumento musicale? E’ il momento di riprendere quell’antichissima attività. Il flauto che alle medie ha ossessionato i vostri genitori, la chitarra con la quale eravate convinti che avreste fatto conquiste, la tromba che è stata la causa dello sfratto esecutivo alla vostra famiglia, il pianoforte, quello col pedale della sordina fisso che attenuava ogni suono (tra parentesi, è ora di conoscere la verità, è stato vostro padre a manomettere la sordina: non ne poteva più di sentire Per Elisa a ogni ora del giorno), quegli strumenti sono lì e potete provare a suonarli. Scoprirete che il corpo ha una memoria: le dita correranno a ricercare i tasti o le corde giuste e pian piano risorgerà dal passato quel motivetto che strimpellavate a sette, otto anni. Sarà solo l’inizio. E potrà esservi di conforto in questi tempi difficili…. sempre che i vostri vicini siano generosi, o duri d’orecchi.

Ma potete anche mettervi a scrivere – è un’attività assai meno fastidiosa per i dirimpettai, e potrebbe risultare persino utile, se riuscirete a produrre qualcosa di originale e interessante. Sappiate però che non appena finirà questa quarantena fioccheranno pubblicazioni che ce la racconteranno in dettaglio. Nessuno le leggerà mai, ma lo sappiamo, questo è un paese di scrittori e non di lettori.

Fin qui abbiamo scherzato. In realtà coppie,  single con e senza figli, solitari abitatori di enormi loft o di miniappartamenti, tutti abbiamo una grande opportunità in questi giorni complicati: riscoprire noi stessi. Occhiali rosa obbligatori per affrontare quello che siamo diventati.

La paura purtroppo stavolta è legittima perché ha la forma del corona virus, ma per anni ha preso le sembianze di chi abbiamo giudicato diverso da noi e quindi pericoloso: l’immigrato, il pazzo, il nero, l’asiatico, l’avversario politico, il nemico sportivo, il brutto, lo stravagante, il meridionale, il settentrionale, quello di Roma nord, quello di Roma sud, il comunista, il leghista…. Questo momento così duro da masticare e da mandare giù, può servirci a rivedere un bel po’ di atteggiamenti verso il mondo e gli altri. Può servirci a cancellare l’odiatore seriale che siamo diventati, il fustigatore giudicante convinto d’essere sempre dalla parte del giusto, e può aiutarci a riportare in vita la parte di noi più solidale, quella che sa piangere e ridere con gli altri e non degli altri.  Via gli occhiali grigi! Guardiamoci dentro con la voglia di ritrovare il meglio di noi.

Sarebbe un peccato se il silenzio, la clausura, la solitudine non servissero almeno a migliorarci.

(-4 occhiali rosa)