L’abiura di Galileo Galilei

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22 giugno 1633   Galileo Galilei abiura la fede copernicana

“Io Galileo […] giuro che sempre ho creduto, credo adesso, e con l’aiuto di Dio crederò per l’avvenire, tutto quello che tiene, predica e insegna la S.a Cattolica e Apostolica Chiesa. Ma perché da questo S. Off.o, per aver io, dopo d’essermi stato con precetto dall’istesso giuridicamente intimato che omninamente dovessi lasciar la falsa opinione che il sole sia centro del mondo e che non si muova e che la terra non sia centro del mondo e che si muova […], sono stato giudicato veementemente sospetto d’eresia, cioè d’aver tenuto e creduto che il sole sia centro del mondo e imobile e che la terra non sia centro e che si muova. Pertanto volendo io levar dalla mente delle Eminenze V.re e d’ogni fedel Cristiano questa veemente sospizione, giustamente di me concepita, con cuor sincero e fede non finta abiuro, maledico e detesto li sudetti errori e eresie, e generalmente ogni e qualunque altro errore, eresia e setta contraria alla S.ta Chiesa; e giuro che per l’avvenire non dirò mai più né asserirò, in voce o in scritto, cose tali per le quali si possa aver di me simil sospizione; […] Io Galileo Galilei sodetto ho abiurato, giurato, promesso e mi sono obligato come sopra; e in fede del vero, di mia propria mano ho sottoscritta la presente cedola di mia abiurazione e recitatala di parola in parola, in Roma, nel convento della Minerva, questo dì 22 giugno 1633.“

Nel 1632 Galileo Galilei pubblica, dopo una lunga gestazione, il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano; proponendo indeterminatamente le ragioni filosofiche e naturali tanto per l’una, quanto per l’altra parte. Nonostante la formale indicazione del copernicanesimo come ipotesi matematica, la forza degli argomenti avanzati in favore dell’eliocentrismo è tale da rendere evidente il superamento dei limiti imposti all’argomentazione scientifica che, secondo la raccomandazione del cardinale Roberto Bellarmino, “prudentemente” doveva “contentarsi di parlare ex supposizione e non assolutamente”. Allo scienziato viene ingiunto di recarsi a Roma per essere processato dal Sant’Uffizio. La sentenza di condanna viene emessa il 22 giugno 1633.

Vi proponiamo una breve bibliografia delle opere di Galilei e dei testi vallicelliani che, dal ‘600 ad oggi, riflettono sullo scienziato pisano:

  • Dialogo di Galileo Galilei Linceo matematico sopraordinario dello studio di Pisa… di Galileo Galilei, Firenze, 1632, Collocazione:  VI 17.C.23.
  • Dialogo di Galileo Galilei Linceo matematico supremo dello studio di Padova, e Pisa… di Galileo GalileiFirenze, 1710, Collocazione: S. BOR Q.VI 215.
  • Il pensiero di Galileo Galilei: frammenti filosofici di Galileo Galilei, Lanciano, Carabba, 1909, Collocazione:  F. CARABBA 165.
  • Il pensiero di Galileo Galilei: una antologia degli scritti di Galileo Galilei,Torino, Loescher,  1975 Collocazione: MAG B 275.
  • Galileo eretico di Pietro Redondi, Torino, Einaudi, 1983, Collocazione: MAG  C 921
  • I documenti del processo di Galileo Galilei, Città del Vaticano, 1984,  Collocazione: MAG D 1064.
  • Copernico, Galilei e la Chiesa: fine della controversia (1820)di Walter Brandmuller, Firenze, L. S. Olschki, 1992,  Collocazione: MAG 1 C 2215.
  • Galileo: scienziato e umanista di J. L. Heilbron,Torino, Einaudi, 2013, Collocazione: MAG 1 B 1232.

Fonte: Mibact