L’amico Pepper e la Banda dei Cuori Solitari

40 ani fa veniva pubblicato Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, un album ritenuto universalmente storico per la musica moderna. Con il successivo Abbey Road ha rappresentato il culmine del percorso dei Beatles, che ha preso il rock&roll per mano e lo ha portato tra il ‘62 ed il ‘68 da pochi accordi carichi di naturale energia a complesse melodie emozionanti, pop, elaborate e raffinate. Se si parla di Beatles spesso l’atteggiamento è di sufficienza (“du palle…ancora i beatles!”), perché l’istituzione e il piedistallo rendono scontata la stima, appesantiscono l’ascolto musicale e la relazione con il mito. Riaccostarsi invece senza pregiudizio a classici come Sgt Pepper e Abbey Road è un’esperienza attuale e piacevole della musica, oltre che un viaggio nella trasformazione sociale, nell’evoluzione del costume.

Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band è un album completo


Un collage variegato di canzoni che probabilmente nelle intenzioni dovevano essere tutte collegate allo stesso concept, una sorta di incompiuta affascinante, tipo Prigioni di Michelangelo. Brani ludici, allegri, solari come Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, Lovely Rita e When I’m Sixty Four si alternano a episodi di popolare quotidianità  esistenziale, come Fixing a Hole, A Day in the Life o She’s leaving Home.

Con Within You Without You siamo all’incredibile: un brano indiano con voci e melodia pop. Il sitar e le sonorità orientali entrano per la porta principale nella musica europea. Suoni già affacciatisi in alcune canzoni dei Beatles, ma qui la contaminazione è a livelli assoluti. Da ricordare la delicata  cover di Patti Smith

E a proposito di cover, chiedere a Joe Cocker come rendere immortale una bella canzone: brucia la sua With a Little Help from My Friends rallentata, blues, sofferta. Infiamma l’epocale concerto di Woodstock (1969

Con Lucy in Sky with Diamond siamo nel viaggio più puro e psichedelico (“Immaginati in barca su un fiume, Con alberi di mandarino e cieli di marmellata”) in un brano che trascende il piano musicale giocoso della canzone e con il testo sdogana nella cultura popolare la psichedelia.

E’ un’opera nuova, che pone definitivamente lo studio di registrazione come vero nuovo luogo di arte e musica, come un nuovo strumento che dilata gli orizzonti percettivi. Archi, suoni, versi animali, strumenti particolari, preregistrazioni rovesciate…tanto per rendere l’idea il cantato di Lucy in the sky with diamonds  venne registrato a una velocità leggermente rallentata rispetto alla parte strumentale per ottenere quella sorta di effetto estraneante della voce. Sono novità assolute. La musica valica le percezioni realistiche e riproducibili dal vivo. L’album discografico acquista un connotato artistico nuovo e inizia il suo periodo di fulgore, che durerà 15-20 anni circa.

Un LP di quel periodo andrebbe ascoltato interamente e non solo a pezzi isolati. Oggi non esiste più il formato l’opera unitaria l’unità artistica rappresentata dal supporto di vinile, in parte proseguita poi nel CD. Giovani e “diversamente giovani” siamo ormai abituati ad ascoltare singoli brani e molto diversi tra loro. L’ascolto è più frazionato, addirittura spesso casuale. E’ come se ascoltassimo una radio. Il media ha supportato  e stimolato un diverso consumo, e, soprattutto, ha modificato le modalità di  produzione musicale. Quindi oggi un lavoro con uno stile unitario di 30-40 minuti e composta di 10-15 brani siamo meno abituati a sentirla, viene meno composta. E l’unitarietà del lavoro ,nel caso degli album discografici, è rappresentato dalla copertina, che racchiude lo spirito e l’identità dell’opera. Nel caso di Sgt Pepper la copertina divenne una sorta di icona della pop art. La pletora di personaggi rappresentati ancora oggi è oggetto di studio e curiosità. Ma sostanzialmente riflette una serie di riferimenti culturali beatlesiani  e i personaggi che i Beatles avrebbero desiderato come pubblico ideale: guru, attori, musicisti, pugili, scrittorie tanti altri personaggi vanno a comporre una copertina più volte votata come la più bella o famosa del rock.

Il Sergente Pepper con la sua Banda dei Cuori Solitari non tradisce mai e parla diretto a mente e cuore perché proprio questo è il suo segreto: è un disco che è quasi una persona, con gli umori i pensieri i temi le armonie di un periodo e di ogni suo ascoltatore. Il Sergente Pepper è un ottimo amico, che conosco da 40 anni.