Tommy e la schizofrenia per 4. Opere omissioni e rock

Un pomeriggio estivo finestre aperte e un’Opera “a palla” da godersi e diffondere  per tutta la via? Valutate Tommy e Quadrophenia, potrebbero darvi la massima soddisfazione. Nel rock negli anni ’60 si sperimentarono e adottarono formati che valicavano i 2 minuti e 30 secondi radiofonici per dilatarsi a composizioni che potevano durare ore. E’ un effetto delle maggiori possibilità musicali e del desiderio di raccontare storie e concetti molto più compiutamente sotto il profilo artistico. Le produzioni musicali furono supportate dalla diffusione del vinile a 33 giri come principale strumento di consumo. Le produzioni assumevano un contorno unitario e operistico in diverse modalità: pezzi e canzoni collegate lungo tutto il disco da un tema unico, come l’evoluzione in Darwin del Banco del Mutuo Soccorso, o allegorie lunghe una facciata dell’ LP, come Tarkus degli EL&P, o racconti che richiedevano più LP per svilupparsi, uno per tutti The Wall dei Pink Floyd.

Di questa ultima categoria fanno parte due cosiddette Opere Rock per eccellenza: Tommy (1970 , la prima vera opera rock) e Quadrophenia  (1973). Entrambe composte da un gruppo negli anni troppo sottovalutato in Italia: THE WHO. Sono dischi doppi,  molto belli e hanno dato vita a pellicole di discreto successo. Il film Tommy uscì nel 1975,  diretto da Ken Russell, con la partecipazione degli stessi Who, Jack Nicholson, Elton John, Tina Turner, Eric Clapton. Quadrophenia invece  è del 1979 , prodotto dagli stessi Who. Entrambe le Opere rispettano i canoni del racconto e si sviluppano con tanto di overture, raccordi  di pezzi solo strumentali  e lirici, sviluppo del racconto e finale epico (See Me Feel Me  e Love Reign over me).

Opere Rock ambiziose per uno storico gruppo inglese, con radici nella cultura delle bande giovanili dei primi anni ’60. Semplicissima la formazione: basso e batteria superbi, la leggendaria chitarra di Pete Townshend, il carisma  e la voce di Roger Daltrey a integrare il tutto. The Who hanno rappresentato l’energia pura  e pulita del rock, con concerti live entusiasmanti , dove gli strumenti finivano regolarmente fracassati sul palco , perché era impossibile dare di più. Per averne un’idea basta alzare il volume fino a stancarsi di rock col bellissimo Live at Leeds (1970), o ammirare  la storica esibizione di Woodstock (1969)

Tommy racconta la storia nel primo dopoguerra di un ragazzo sordo cieco e muto a causa di un trauma. La sua vita è il classico percorso dell’eroe , che entra in contatto con diversi personaggi e situazioni fino alla soluzione finale. Un viaggio nella famiglia inglese, nella solitudine e alienazione della società moderna. Alcuni brani sono scritti in stato di grazia: gli incontri con la Acid Queen (Tina Turner nel film) o con  con il Pinball Wizard (Elton John) sono da non perdere.

Quadrophenia è un omaggio ai tempi d’oro delle band britanniche, e insieme il racconto del disagio giovanile e e della perdita  delle illusioni. Si parla, con non poca malinconia, di droghe, di Vespe 50 piene di specchietti, i Mods contro gli odiati  Rockers, l’iniziazione all’essere adulti,. Musicalmente è più compatto , robusto e maturo di  Tommy, e un po’ patinato. Contiene brani orchestrali di grande respiro (The Rock, Quadrophenia) e sano rock delle origini (fantastica The Real Me) .

In italia gli Who non hanno avuto forse la fama che meritavano. Ma volte le storie non si vedono solo in TV o al cinema. Basta accendere  il giradischi,  seguire il racconto e lo spettacolo è assicurato se l’Opera è di livello.