Fortunata (candidato al premio “un certain regard” )

E’ un film per le donne, diciamolo senza paura di smentita. Fortunata (una bellissima e maturata Jasmine Trinca) in questa Torpignattara fotografata benissimo da Castellitto alla sua sesta regia, questa volta però non partendo da un libro della Mazzantini, che firma la sola scrittura del film. Palazzoni moderni e acquedotto romano ed “eserciti” di stranieri organizzati (le scene in cui i cinesi si allenano e la moschea con i musulmani in preghiera visualizzano benissimo) sono i cardini di una periferia romana in cui Fortunata fa la parrucchiera a domicilio col sogno di un negozio tutto suo. Separata con un marito violento che la perseguita, una figlia “problematica” che la portera a conoscere uno psichiatra (Stefano Accorsi) con cui avrà una storia dai sapori forti ed un amico, Chicano, emblema di un rapporto border line intenso di amicizia. Sara proprio Chicano a caratterizzare il finale del film e mostrare una strada, quella della pazzia, per uscire da un mondo di “poteri forti” che stritolano il piu debole. Castellito ci ha colpito per l’uso che fa della camera per esempio un piano sequenza iniziale molto ben fatto, costruito con intelligenza e per il saper realizzare una contaminazione tra dramma e sogno (la scena del matrimonio per esempio) che non molti in Italia sanno fare. La violenza delle periferie, la donna e le continue offese che riceve, i poteri forti che opprimono il debole, la poesia di vivere forzatamente in un mondo di speranze sconfitte, il mescolarsi nelle città di antico e moderno sono i temi toccati. Troppi? No Castellitto riesce a legarli con dolcezza interpretativa e muscolarità piena di colori.

Sceneggiatura: di Margaret Mazzantini.

Regista: Sergio Castellitto

Musica composta da: Arturo Annecchino

Coreografia: Isabella Rizza

Cinematografia: Gianfilippo Corticelli

Montatore: Chiara Vullo