il corpo delle donne

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Apro il giornale di carta e vedo a tutta pagina una bellissima ragazza che ammicca sensuale: in testa ha il cappello da Babbo Natale e indossa solo una guepière mozzafiato rossa coi fiocchetti sulle giarrettiere. Una scritta ai suoi piedi: “I’m your gift”, sono il tuo regalo. Più esplicito di così non potrebbe essere.
Sto vedendo un programma in TV: al momento della pubblicità appare una ragazza, giovane, carina, con l’aria ingenua. Sta mangiando un gelato. La telecamera si avvicina inquietantemente al suo viso per riprendere occhi chiusi e labbra dischiuse mentre il cono le scivola in bocca: una fellatio in piena regola, intanto una voce sensuale invita a godere della bontà del dolce…
Ora, questi non sono che due esempi, e nemmeno dei peggiori, che nella stessa giornata mi sono capitati sotto gli occhi. E probabilmente non li avrei nemmeno notati, assuefatta a tutto dalla quotidiana esposizione, se non me li avesse indicati un amico attento (un uomo!), dicendomi: “Ma di questo? Perché di questo non dite niente? Perché state tutte zitte?”.
Casualmente ieri – ma non c’è niente che succeda a caso – mi ha chiamato al telefono dopo tanto tempo, l’amica Lorella Zanardo, che nel 2009 ha realizzato il documentario “Il corpo delle donne”. Da allora va in giro per le scuole di tutta Italia a sollecitare l’attenzione di studentesse e studenti sul problema.

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Così mi è venuto in mente di usare il blog per cominciare a riparlarne, perché non è vero che stiamo zitte, ma non alziamo abbastanza la voce.
Intanto qui trovate il link de “Il corpo delle donne”. Rivederlo aiuta a mettere a fuoco il problema.
E poi vi propongo di ricominciare a prendere in seria considerazione il tema mercificazione dell’immagine femminile, mettendo in atto piccole disobbedienze civili: per esempio boicottando i prodotti pubblicizzati usando le donne come carne da macello, come oggetti del desiderio maschile.
E tra i buoni proponimenti per il 2018 mettiamoci anche quello di sorvegliare che gli esseri umani – uomini e donne – siano rappresentati con più decenza e delicatezza.
E’ poca cosa, ma si può fare.
Ricominciamo a lottare, per favore?