“Stabat mater Oratorio per voce sola” al teatro Eliseo

Stabat mater Oratorio per voce sola.

Una grande Maria Paiato, padrona assoluta della scena, interpreta in un monologo serrato e senza pause, la figura della madre di Cristo che Antonio Tarantino propone nel lavoro “Stabat Mater. Oratorio per voce sola”, diretto da Giuseppe Marini. Maria Croce è una Madonna rabbiosa, bestemmiatrice, rancorosa, logorroica in un suo linguaggio forte, volgare, osceno ed un dialetto che non è più quello d’origine del Sud Italia ma una strana mescolanza tra un gergo di una Torino periferica ed un Sud che visceralmente le appartiene come viscerale e corporeo è il suo dolore. Un dolore urlato, combattivo, vitale, dannato nel suo hic et nunc e condannato ad esserlo sempre. Il dolore struggente di una madre, ex prostituta di una lurida, misera e povera periferia, che vive nell’attesa di avere notizie di un figlio finito in carcere e di un padre generante, Giovanni, perennemente assente e sposato con una donna che descrive obesa e puzzolente come il gorgonzola. Un dolore appartenente ad una marginalità dimenticata ed in quanto tale rabbioso verso un mondo percepito ostile ed avverso, dominato dall’ossessione per il sesso e da profonda solitudine. Un dolore fatto anche di tenerezza nei confronti di un figlio cresciuto con tanti sacrifici, a Simmenthal e Nutella, di amore nei confronti di un uomo che vorrebbe accanto, di timori, paure, vergogne. Un dolore che sa essere anche leggero, ironico e divertente perchè nella vita bisogna andare avanti. Una Madre di Cristo fortemente attuale, ai piedi di una Croce nella sporca e degradata periferia torinese. Un’eccellente prova teatrale. Lunghi applausi a Maria Paiato.