L’isola dei cani

2037: in un futuro distopico, la città di Megasaki nell’arcipelago giapponese è vittima di un’epidemia di febbre canina. Il sindaco Kobayashi decide di far deportare tutti i cani nell’isola dei rifiuti e di abbandonarli a morire laggiù, lontano dalla cosiddetta civiltà. Per dare l’esempio e convincere i cittadini a denunciare la presenza di un cane in casa, il sindaco spedisce tra i rifiuti anche il cane Spots, addestrato a fare la guardia del corpo del nipote che ha adottato quando è rimasto orfano. Ma il bambino (Atari), che ha solo 12 anni non ci sta e con un velivolo scalcinato, novello piccolo principe, vola fino all’isola dei cani per ritrovare il suo amico Spots.
In questa, che è una favola a tutti gli effetti, ci sono molti cattivi – e sono soprattutto umani, e molti buoni – e sono soprattutto cani. Ci sono due lingue diverse, quella canina, comprensibile da noi spettatori, e quella umana – giapponese o semplicemente intraducibile. Ci sono due punti di vista – quello canino, di generale tolleranza, ragionevolezza, docilità, e quella umana – di generale inconsapevolezza, strumentalizzazione della realtà, superficialità. E ci sono due cani simili, quasi uguali, uno dotato di tutti gli optional tecnici per fare la guardia del corpo, alla 007 del futuro – Spots appunto, e uno semplicemente cane – Capo, ma tutti e due hanno un gran cuore. C’è chi lotta per ristabilire la verità anche tra gli uomini, e viene annientato, c’è chi combatte per restare al mondo e non sempre ce la fa.
Una favola virtuosa, visto che, come tutte le favole che si rispettino, sta dalla parte dei buoni, dei più deboli e della verità, e finisce bene.
Wes Anderson, autore e regista di questo che, dimenticavo di dirlo, è un cartone animato per grandi e piccini, è geniale nella sua originalità, e, pur nella apparente complessità delle trame e dei personaggi dei suoi film (I Tenenbaum, Grand Budapest Hotel, Moonrise kingdom…) parla sempre al cuore e col cuore. Questo de L’isola dei cani è un lavoro grandioso di sceneggiatura che contempla diversi piani di narrazione, e di regia, e si giova dell’eccezionale tecnica della stop motion, come il suo precedente cartone animato, Fantastic Mister Fox (2009).
Le voci originali sono di attori americani di altissimo livello, come Bryan Cranston, Edward Norton, Bill Murray e Tilda Swinton, tra gli altri. Nella versione italiana i soliti doppiatori delle serie che vediamo in TV, alcuni molto bravi, altri meno.
Un film da non perdere per nessuna ragione al mondo.

LISOLA DEI CANI (ISLE OF DOGS)
DATA USCITA: 01 maggio 2018
GENERE: Animazione, Avventura, Commedia
ANNO: 2018
REGIA: Wes Anderson
ATTORI: Bryan Cranston, Scarlett Johansson, Jeff Goldblum, Tilda Swinton, Edward Norton, Bill Murray, Bob Balaban, Greta Gerwig, Kunichi Nomura, Frances McDormand, Hakira Takayama, Harvey Keitel
PAESE: USA
DURATA: 101 Min
DISTRIBUZIONE: 20th Century Fox