Hotel Gagarin

 

Una delizia di film, per chi ama il cinema e per chi ama rilassarsi senza necessariamente dimenticare di avere una testa e delle emozioni.
Hotel Gagarin è un film sulla bellezza – e il grande caos – del cinema, e sui sentimenti che muove la passione vera – per il cinema, ma anche per i soldi, per lo sballo, per il potere.
La storia è semplice: un truffatore (Tommaso Ragno) in combutta col solito politico, decide di improvvisarsi produttore cinematografico per incassare fondi europei e monta cast e troupe per una sceneggiatura che nessuno ha mai letto, scritta da un professore di storia sfigato appassionato di cinema (Giuseppe Battiston). Visto che il film si deve girare in Armenia, la “produzione esecutiva” è affidata ad un’amica russa del truffatore (Barbora Bobul’ovà), che è l’unica quindi a conoscere le trame delinquenziali che ci sono dietro quell’operazione.
La russa deve cercare personale specializzato per formare qualcosa che appaia come una vera e propria squadra. Come datore luci prende un elettricista romano con tanti buoni sentimenti e poca esperienza di vita (Claudio Amendola), come operatore alla macchina da presa un sedicente fotografo di matrimoni “accannato perso”, ma non ingenuo, in fuga da spacciatori esosi (Luca Argentero), come protagonista una giovane prostituta romana (Silvia D’Amico), che deve passare per attrice esordiente soprattutto agli occhi dell’autore e regista che qualche dubbio lo nutre, ma non lo esprime a voce alta per paura di frantumare il sogno del film.
In Armenia li aspettano una guida alcolizzata (Hovhannes Hazoyan) e una autista factotum incinta (Catherina Shulha). Lì però la situazione politica è complicata. Persi nella neve alta in un albergo aperto solo per loro – l’Hotel Gagarin appunto – uomini e donne della troupe improvvisata dovranno fare i conti con una guerra che scoppia a pochi metri da loro, coi soldati che ufficialmente vogliono proteggerli, con un’ambasciata introvabile e soprattutto coi loro stessi sentimenti, messi alla prova dalla convivenza forzata.
L’incontro del regista con un vecchio scacchista ospite dell’hotel (Philippe Leroy), spinge il film verso luoghi dell’anima. E sembrano arrivare proprio da lì gli abitanti dei paesi vicini all’hotel che hanno saputo della presenza di cineasti italiani. Il primo a presentarsi è un signore che vuole essere Yuri Gagarin, gli altri lo seguono perché anche loro vogliono girare i propri sogni. Proprio così: “girare i propri sogni”. E non è forse questo il cinema? Un sogno realizzato, per chi lo fa e per chi si lascia condurre dal racconto che vede.
La delicatezza delle scene girate dal professore/regista, che finalmente trova una ragione al suo viaggio e al suo essersi fidato di quella proposta assurda, potrebbe essere sufficiente per rassicurare lo spettatore che non ha sprecato tempo né i soldi del biglietto.
E’ augurabile che film così se ne girino ancora, perché fanno bene al cuore e al cinema.

Hotel Gagarin
Regia di Simone Spada.
con Claudio Amendola, Luca Argentero, Giuseppe Battiston, Barbora Bobulova, Silvia D’Amico.
Genere Commedia – Italia, 2018, durata 93 minuti.
Uscita cinema giovedì 24 maggio 2018
distribuito da Altre Storie.