LO SPORT NEL SOCIALE: LA CORSA DI MIGUEL

Una domenica di gennaio, ma non è un giorno come un altro. Nell’altro emisfero viene ucciso un ragazzo, bello, creativo e sagace, amante della vita e dello sport, solo perchè ha esercitato il diritto sancito dall’art. 21 della nostra Costituzione: la libertà di pensiero nel rispetto degli altri. Da sempre la Corsa di Miguel ha un occhio versi le tematiche sociali e di solidarietà, e ci piace iniziare questa nuova rubrica sportiva proprio con questo evento internazionale. Principale progetto è di infondere nelle persone una buona cultura sportiva fatta di curiosità verso il mondo e di lealtà verso i valori di una sana competizione, perchè lo sport sia innanzitutto una forma di aggregazione sociale. Oggi, la competitiva parte alle 9.30, poi c’è la non competitiva dedicata alla giovane sfortunata somala Samia (gli organizzatori realizzeranno una scuola di atletica per i rifugiati di Roma dedicata alla sua memoria), e la “Strantirazzismo” di soli 3 km, con partenza dal Ponte della Musica di Roma alle 10.45. La metà degli incassi dell’evento andranno ad ass. no profit, onlus e ong: storici i legami con Libera, associazione contro tutte le mafie, e con il progetto Filippide, Emergenza Sorrisi (che negli ultimi 5 anni ha operato più di 1900 bambini con malformazioni al volto) e Sod Italia (contro la displasia setto-ottica). La corsa nasce nel 2000 per iniziativa del giornalista della Gazzetta dello Sport Valerio Piccioni, organizzata dal Club Atletico Centrale in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sportive del Comune di Roma. Le finalità della gara, oltre a quelle atletiche e sportive, nascono dal desiderio di ricordare e commemorare la figura di Miguel Benacio Sánchez, giovane poeta e podista argentino, tra i migliori della sua epoca ed ucciso nel 1978 a causa delle sue idee politiche e sociali durante il periodo della Buenos Aires, la “Carrera de Miguel”, in calendario nel mese di marzo, nella domenica più vicina all’anniversario del colpo di stato militare argentino del 24 marzo 1976. Anche con la pioggia, alla corsa – dove correranno anche i rifugiati del Cara di Castelnuovo di Porto – ci saremo, insieme alla rete di giornalisti No bavaglio, Amnesty International, Usigrai, Art.21 e Ordine dei Giornalisti.