Leggerescrivere

Saper leggerescriverefardiconto, qualcuno tra noi ricorda questo modo di dire appartenente al linguaggio dei nostri nonni: saper fare quelle tre cose, che a noi sembrano oggi la norma, ma che un tempo non lo erano affatto, era il minimo per stare al mondo, o meglio, il minimo che la scuola avesse il compito di insegnare.
Se si sapeva leggere scrivere e far di conto si era già un passo avanti ai cittadini del ventennio precedente.
La scolarizzazione fu curata molto da Mussolini e dal fascismo, il regime sapeva che fin dalle aule del giardino d’infanzia si può inculcare la nozione di Dio-Patria-Famiglia, altro trinomio antico che torna in voga in questi tempi d’ombre.
Tutti i regimi sanno che si parte dalla scuola per crescere dei sudditi obbedienti.
Tutte le democrazie degne di questo nome dovrebbero sapere che si parte dalla scuola per crescere cittadini liberi, non costringendoli dentro regole strette ma aprendo l’anima e la testa dei più giovani con la chiave magica della cultura – tanto osteggiata negli ultimi tempi-.
Leggerescrivere è la rubrica di libri che inauguriamo oggi.
All’interno del binomio è custodito anche il terzo dato: far di conto. Non proprio alla lettera, ovvero non parleremo di aritmetica in senso stretto, ma di sottrazioni e addizioni, moltiplicazioni e divisioni sì.
Perché leggere – saper leggere, andando oltre la superficie – e scrivere – saperlo fare in maniera incisiva – sono doti che ci permettono di addizionare conoscenza e sottrarre zavorra, moltiplicare idee, pensieri e voci e dividerli tra tutti.
Tutto questo, cioè il senso critico e il riconoscimento a vista di quel che vale e di quel che non vale (vero e falso, attrazione da circo o sostanza) si dovrebbe apprendere a scuola, ma non sempre succede.
Fare un giro tra le righe dei libri che leggiamo, un tuffo un po’ più profondo per scandagliarne i limiti e il fondo, una nuotata spingendoci a largo e incontrando così magari un pensiero diverso, uno sguardo inaspettato, un’idea nascosta, è questa la funzione della lettura libera da ideologie e da ristrettezze mentali.
Leggere vuol dire aprire il mondo, un mondo che ci appartiene già e che va solo rispolverato, lucidato, o semplicemente scovato dietro montagne di pregiudizi.
Buona lettura.