il medioevo è tornato?

Lo diciamo in tante da tempo, e da tempo speriamo che la nostra sia solo paranoia, ma poi ogni giorno qualcosa smentisce la speranza e conferma i timori: il rischio di tornare indietro su molte delle conquiste sudate negli anni è concreto e oramai sta dietro l’angolo.
Per la festa delle donne – che già è discutibile come concetto e dà il senso della non riconosciuta parità dei generi – esce un decalogo della Lega di Crotone che sembra preso nella biblioteca di un medievista.
Intanto si parte dal presupposto che ci sia qualcuno che sta facendo pressione sulle povere donne ignare. Questo qualcuno è l’avversario politico – identificato come il nemico, e anche questo è segnale incontrovertibile di una deviazione dalla politica come strumento per il bene comune a favore della bagarre sociale e dell’odio da stadio.
Per far capire a donne e uomini quanto siano soggetti a manipolazione, la lista leghista recita al punto 4 che questi fantomatici avversari/nemici “sostengono una cultura politica che rivendica una sempre più marcata autodeterminazione della donna che suscita un atteggiamento rancoroso e di lotta nei confronti dell’uomo”;
al punto 5 che “contrastano il ruolo naturale della donna volto alla promozione e al sostegno della vita e della famiglia”.
al punto 6 si chiarisce definitivamente l’approccio al problema dei generi: “strumentalizzano la donna per finalità meramente ideologiche al solo scopo di fare la rivoluzione”.

Povere donne, strumentalizzate dai trinariciuti soliti mangiatori di bambini, incapaci di intendere e volere, che sarebbero volte a fare nella società quello che è il loro ruolo “naturale”, la madre e la moglie fedele e sottomessa, e invece vengono distolte da propagande comuniste che le vogliono sulle barricate a fare la rivoluzione per ottenere un posto più in vista nel consesso sociale….
D’altronde l’oscurantismo medievale – ma il Medioevo forse aveva delle luminosità più intense di quelle che viviamo in questo buio tratto di storia – si respira anche nella dolorosissima sentenza dei giorni scorsi in cui si dimezza la pena all’assassino di Olga Matei perché in preda a “tempesta emotiva e passionale”.
Signore e signori, c’è da farsi tremare le vene dei polsi. Non possiamo stare più in silenzio, non dobbiamo più pensare che sono sciocchezze e voltarci dall’altra parte, perché si tratta invece di un morbo che facilmente attecchisce anche negli animi più puri: il morbo antico del potere messo in discussione – quello maschile, che dura da secoli e che era logico subisse uno scossone da anni di femminismo e di lotte progressiste. Perché nessuno si è mai interessato a capire quale sarebbe stato il contraccolpo? Perché nessuno ha mai analizzato il problema e sostenuto donne e uomini in questo passaggio delicatissimo per la psiche sociale?
Dall’attentato al potere scaturiscono odio e vendetta: sentimenti inconsapevoli per la maggior parte di coloro che li praticano, ma pericolosissimi per tutti, soprattutto per le donne, che rischiano la morte – nel peggiore dei casi – e la diminuzione lenta graduale ma inarrestabile della loro libertà personale.
Fermo restando che certe conquiste non si possono più discutere e sono e devono restare così come sono, dobbiamo vigilare tutti – uomini e donne di buona volontà – prima di tutto partendo dal nostro sentire, e rileggendo con attenzione la cronaca italiana di questi ultimi anni, che ci ha portati a una infernale lotta tra i generi. A chi fa comodo questa ennesima sfida al massacro che si svolge in un’ottica di potere completamente declinato al maschile?
E’ un discorso complicato, delicato ma essenziale per uscirne insieme, di qualunque sesso si sia.